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I tanti Nessuno K2_UNPUBLISHED

Ci avevi pensati tutti artisti,

affidandoci per Madre la Terra,

comandandoci di reggerla con saggezza,

e poter con creare con te.

Rapiti dal nostro operare,

avremmo contemplato,

gioiosi,

il frutto del nostro lavoro,

potendo osservare anche noi,

fatta sera,

quanto tutto fosse bello;

molto bello e buono.

…………

Tutto abbiamo stravolto…

Del mondo abbiamo fatto un deserto;

una selva inospitale,

dove l’uomo non riconosce

l’altro uomo,

e il fratello uccide il fratello.

………

Il lavoro è diventato una merce;

una cosa tra tante…

non più l’opera capace di divinizzarci,

ospitandoci alla mensa comune

di fratelli,

fatti prossimo gli uni degli altri.

……………

Disoccupati, inoccupati, in cerca di lavoro…

sono dei tanti Nessuno.

Numeri fluttuanti di statistiche

fredde.

Quantità che non mostrano mai

i VOLTI;

né le lacrime amare,

disperate,

degli schiacciati dall’INUTILITÀ.

Eppure portano scritto,

nella identità di cittadini,

il DIRITTO di lavorare…

il DOVERE di svolgere una attività;

una funzione...

così da concorrere al progresso

materiale

spirituale

della famiglia a cui appartengono:

la SOCIETÀ.

Invece sono soltanto una merce;

un prodotto usa e getta…

dei morti viventi

derubati della loro dignità.

Sono moltitudine,

alla mercé di pochi famelici,

che ingrassano accumulando

profitti di sangue,

di genti non più sovrane…

Non possiamo più aspettare!

Rovesciamo questo mondo capovolto,

raddrizzandolo dalle sue fondamenta;

ridonandogli UMANITÀ.

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AD AMARE S’IMPARA K2_UNPUBLISHED

La violenza, qualunque tipo di violenza mi fa orrore; tanto più quando si esprime scaricandosi su persone inermi. Tra le violenze di cui è imbastita la trama dei giorni, una delle peggiori, annovera quella verso bambini e donne, per opera di congiunti, compagni, mariti, famigliari. È tanto più riprovevole, perché nasce all’interno di relazioni che si sono dette o si dicono d’amore. Può un sentimento d’amore trasformarsi nel suo contrario, diventando perfino odio omicida?
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Morgana K2_UNPUBLISHED

La vita era a colori,

dentro il gruppo “dei pari”.

Tutto ci sorrideva,

in quel misto

di unità- complicità,

di confidenza,

di solidarietà,

che fuori non trovavamo.

Il cannone, scolpiva per noi

nuove parole:

linguaggio da iniziati,

levandoci paure e inibizioni;

“crescendoci” importanti;

… liberi.

 

Poi subentrasti tu,

fata Morgana infida

coi tuoi poteri magici…

le tue illusioni ottiche,

il gioco degli specchi,

i tuoi abbracci viscidi,

le tue promesse vane…

 

Mi trascinasti in fondo…

Precipitai all’inferno:

un tunnel scuro e vuoto

senza nessuna uscita.

 

Un Volto, (finalmente!),

mi ha tratto dal mio Ade;

un Volto su cui era scritto:

rispetto e amicizia.

Un Volto,

che mi ha chiamato “uomo”;

insegnandomi dignità.

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Abbandono K2_UNPUBLISHED

Nel silenzio

che accompagna

la sera,

mi abbandono

al canto

del cuore.

Fuori tace ogni rumore;

anche in me,

è il silenzio…

Nel profondo

il tuo passo sereno;

la tua voce,

quasi brezza leggera,

mi parla con parole

d’amore.

E io ascolto rapito…

Mi abbandono,

senza più esitare…

Fammi viver di te;

fammi nuovo!

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RIFORME? K2_UNPUBLISHED

Non tutti i cambiamenti possono definirsi riforme, cioè modifiche volte a dare, come suggerisce il dizionario, nuovi e migliori assetti in ambito politico, sociale, economico. Bastasse solo il connotato di cambiamento, di novità, per definire riformatrice una qualunque variazione in qualsiasi campo della vita, allora i campioni in questo campo sarebbero i più spregiudicati.
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Esordio di Primavera K2_UNPUBLISHED

Rapisce, il sapore che si coglie in questi giorni

nell’aria: sa di vita.

Ne odi i palpiti: aggraziati, flebili, timorosi.

Come note musicali, si intrecciano sullo spartito

del tempo;

di questo tempo un poco bizzarro.

Il calendario racconta che è inverno;

non i trilli degli uccelli al mattino,

non il respiro delle piante,

non gli occhi lacrimosi delle gemme.

E mi lascio trasportare; trascinare,

dalla danza che esegue Natura…

Mille emozioni:

ricordi gioiosi di vita,

canti di gioia straripanti dal cuore,

raccolto silenzio;

preghiera.

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L’ARMA DEI MEDIOCRI K2_UNPUBLISHED

Vent’anni fa esplodeva il fenomeno definito Mani Pulite e per un breve periodo si ebbe la sensazione di una svolta, se non di una rivoluzione nel nostro Paese. A tanti anni di distanza dobbiamo amaramente costatare che poco è cambiato. La corruzione dilaga ancora e come un male oscuro avvelena i rapporti tra cittadini e tra questi e le istituzioni, rendendole assai poco credibili agli occhi di questi ultimi, se è vero che il 95% degli italiani crede che le istituzioni nazionali siano corrotte.
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NON È UNA DIFFERENZA DA POCO K2_UNPUBLISHED

Dovrebbe valere sempre per chiunque si trovi, per ufficio o per necessità, a dover in qualche modo fare da insegnate a qualcuno, la massima del filosofo spagnolo José Ortega y Gasset: se insegni, insegna anche a dubitare di ciò che insegni. Al contrario, di questi tempi, mi pare che troppi salgano in cattedra, avendo la presunzione di sapere la “verità”. A questo pare non sfuggano nemmeno i professori chiamati a governare in questo momento l’Italia.
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BENESSERE FA RIMA CON SOLIDARIETÀ K2_UNPUBLISHED

La crisi in atto, i provvedimenti adottati dal Governo per contrastarla e le reazioni spesso rabbiose di settori diversi che si ritengono particolarmente colpiti dagli stessi, fotografano un’Italia improvvisamente fattasi meno ridanciana di un tempo (mica tanto tempo addietro!), quando sembrava che tutto filasse liscio e fossimo il paese di Bengodi, nel quale tutti potevano arricchirsi senza limite alcuno e nel quale le regole, se c’erano, erano fatte per non essere osservate (a pro dei fessi). Improvvisamente pare tutto precipitato e ciò che prima non si voleva vedere, adesso è sotto gli occhi di tutti.
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QUEPAN TODOS K2_UNPUBLISHED

La ricordo ancora in maniera molto vivida, perché mi colpì profondamente, la risposta che diedero gli Zapatisti, i ribelli del Chiapas, ai giornalisti che chiedevano quale fosse il loro progetto per il Messico: una sociedad en la cual quepan todos. Che tradotto, significa: una società nella quale ci sia posto per tutti. Talvolta parole, concetti, apparentemente semplici, tanto da apparire perfino banali, hanno la capacità di evocare scenari futuri ancora in grado di muovere a speranza; suscitare desiderio e voglia di impegnarsi per un cambiamento possibile.
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