
Piergiorgio
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La notizia, come tante altre del medesimo tenore, sono di quelle destinate a non “fare” notizia. Si perderà in qualche trafiletto di quarta pagina, tra le news che durano lo spazio di pochi minuti, soffocata dalle baggianate a raffica del “nostro” premier, offuscata dalle iniziative in agenda per rilanciare i provvedimenti ad personam per il capo, spenta dai ringhi rancorosi dei suoi compari di merenda che sanno profferire soltanto anatemi nei confronti dei migranti. E loro erano migranti. Sono morti in mare al largo delle coste libiche, aggiungendosi alle migliaia che giacciono in fondo a quel mare che potremmo chiamare ormai coemetrium nostrum, considerato l’alto numero di vittime che ha inghiottito, a partire dagli anni Ottanta.
IL VOLTO DELLA VITA K2_UNPUBLISHED
La vita ha il volto del piccolo Yeabsera, che significa dono di Dio, in questi giorni di violenza e di morte che caratterizzano la missione alla quale partecipa anche l’ Italia. Giustificata, inevitabile, doverosa, o al contrario sbagliata, comunque la si voglia considerare l’azione intrapresa dai così detti “volenterosi”, chiamiamola con il nome che le si addice: guerra. E la guerra, semmai possa avere una sua razionalità, è sempre strumento di morte. È pertanto singolare che per essa non si lesinino i mezzi: economici, tecnici e persino in vite umane. Per la difesa e la promozione della vita delle persone, per il loro benessere, al contrario, si accampano mille giustificazioni per non farsene carico; e sempre con argomenti che, a prima vista, possono apparire perfino convincenti.
IL FASCINO DELLA VIOLENZA K2_UNPUBLISHED
Confessiamolo: la violenza ha un suo sottile fascino che permea le coscienze di molti, anche perché, molto spesso, della stessa, ne abbiamo un racconto puramente astratto che si ferma sulla porta di casa e si materializza attraverso il televisore fra uno spot e l’altro. Non ne abbiamo esperienza diretta, per nostra fortuna. Nel migliore dei casi è oggetto di dibattiti da salotto come avviene in questi giorni in tutti i talk show, al bar o fra gruppi di amici. L’odore acre della polvere da sparo, gli incendi, gli squarci inferti alle abitazioni, le ferite mutilanti dei corpi, lo strazio delle carni, sono tutte cose che non sperimentiamo di persona.
MI SENTO IN LUTTO K2_UNPUBLISHED
Confesso che vederli volteggiare nel cielo come degli splendidi rapaci, mi affascinano enormemente e immagino che volarci sia cosa emozionantissima. Ma la mia ammirazione finisce qui. Se penso che sono strumenti di distruzione e di morte, mi si stringe il cuore soltanto a pensarci. I caccia militari che da ieri sorvolano in missione di guerra i nostri cieli, prima di scaricare i loro ordigni di morte dal cielo libico, rappresentano la contraddizione vivente nella quale noi uomini del XXI secolo ci ritroviamo. Si doveva intervenire in Libia? Penso e immagino di sì. Il modo con il quale lo si sta facendo, è davvero l’unico possibile?
BUONGIORNO ITALIA! K2_UNPUBLISHED
Confesso che faccio una certa fatica a unirmi ai festeggiamenti per il tuo 150° compleanno, caro Paese mio. E non perché non meriti essere festeggiato. Sono orgoglioso di essere italiano, ma allo stesso tempo non mi sento né mai mi sono sentito nazionalista. Al contrario, amo questo mio paese che mi ha dato i natali, proprio perché ho ricevuto da tanti suoi spiriti illuminati una coscienza mondiale e di appartenenza all’intera umanità. Amo il tricolore, ma non quello delle parate militari e neanche quello strumentalizzato in uso sui campi di calcio. Amo i colori della bandiera italiana perché mi ricordano persone e cose che l’hanno fatta bella nel corso degli anni e tutt’ora la rendono attraente per tanti nel mondo.
NON SIAMO SOVRANI SULLA TERRA K2_UNPUBLISHED
Definire terrificanti le immagini che ci raccontano del terremoto e dello tsunami che ha colpito il Giappone, penso sia ancora riduttivo. Talvolta ci mancano perfino le parole per poter definire in modo appropriato quanto accade, ed è difficile sottrarsi a domande profonde di senso circa il vivere su questo pianeta. Forse dobbiamo ammettere umilmente, con il sindaco di Hiroshima, Tadatoshi Akiba, che davvero non siamo sovrani sulla Terra. Riconoscere questo non significa abbandonarsi a un sentimento di tipo fatalistico, ma molto più semplicemente imparare a guardare con occhi meno presuntuosi alla natura e alle necessità che da uno sguardo meno rapace nei suoi confronti ne discendono.
UN SEGNO DI SPERANZA? K2_UNPUBLISHED
Non sono un politologo e quindi sono bel lontano dal volermi cimentare in analisi o prospettare scenari futuri riguardanti l’avvenire e lo sviluppo del quadro politico nazionale. Non posso però fare a meno di soffermarmi su un aspetto che ha attirato la mia curiosità oggi. Mi è suggerito da un servizio mandato in onda dal TG della 7 di questa sera, riguardante l’assise di Futuro e Libertà. Si metteva in evidenza un aspetto che altri telegiornali non hanno colto, e cioè come nel documento programmatico letto nell’occasione, ricorressero termini e concetti quasi identici a quello presentato, se ricordo bene, da Veltroni al Lingotto e come anche Fini sia ricorso ad una citazione, la stessa, identica, tolta dal libro del Piccolo Principe, che aveva usato sempre Veltroni nella già citata occasione.
LE FORMICHE DEL QUOTIDIANO K2_UNPUBLISHED
Lo spunto per questa breve riflessione, me lo offre un servizio mandato in onda ieri alla TV. Mostrava le reazioni contrariate e talvolta scomposte da parte di personalità note del mondo dello spettacolo, perché si fingeva di non conoscerle. Evidentemente il successo purchessia, per talune persone, rappresenta una sorta di droga di cui non possono fare a meno; così come l’ apparire, l’essere riverite e osannate. Oppure salire i gradini della scala gerarchica in un qualsiasi contesto: contare più degli altri. Avere potere. Pare che una delle ragioni sostanziali per le quali, nonostante tutto, (e qui ciascuno ci metta tutte le possibili varianti dello scontento assai diffuso in ogni strato della popolazione italiana) l’attuale governo, e quindi maggioranza che lo sostiene, continua a galleggiare, risieda nel fatto che una gran parte degli attuali parlamentari abbia come unica ragione per non andare a nuove elezioni, il timore concreto di non essere rieletti e, peggio ancora, il fatto che se la legislatura si dovesse interrompere, non potrebbero, con l’attuale normativa, beneficiare delle relative indennità dovute agli ex parlamentari. Infatti è richiesto l’aver maturato almeno un’intera legislatura. Quindi sono mossi da nobilissimi ideali!. Di fronte a tanto sfacelo, mi consolo guardando con immensa simpatia a tutte quelle persone che anche oggi, anche in questa situazione, continuano a tirare la carretta, senza sentirsi degli eroi; a fare il loro dovere di padri, di madri, di impiegati, operai, medici, magistrati, insegnanti, pensionati. Insomma di gente comune, che non abdica agli ideali di onestà, di solidarietà, di operosità quotidiana, per la semplice ragione che credono in quello che fanno e in quello che sono. Non sono mossi dalla avidità nel loro agire, o dal desiderio di sopraffare gli altri. Si sentono persone del tutto normali e invece sono degli autentici eroi che, come afferma lo scrittore Paulo Coelho, si limitano a fare ciò che ritengono necessario, affrontandone le conseguenze. Sono migliaia, centinai di migliaia. Di ogni strato sociale, di ogni colore, credo religioso e politico. Sono coloro che permettono a questo nostro scassato Paese, di non sprofondare. Che lo sappiano o meno, dimostrano di amare davvero i loro consimili. Allora desidero ringraziare tutte e ciascuna di queste innumerevoli formiche. Sono loro che aiutano a non perdere la speranza in un domani migliore. Tutti gli altri possono andare a morire ammazzati, come si dice a Roma.
SPETTACOLO INDECENTE K2_UNPUBLISHED
Provatevi a riavvolgere il nastro della registrazione della brutale aggressione nei confronti della giovane rumena Maricica. E ora riguardatelo, immaginando le sorti capovolte: una giovane donna italiana- chiamatela con un nome qualsiasi di vostra conoscenza- e al posto del suo aggressore italiano metteteci un giovane rumeno. Un nome qualsiasi di fantasia fra quelli più ricorrenti e il gioco è fatto. Ora non rimane che immaginare la canea e le dimostrazioni che ne sarebbero seguite, per non palare di come ci si sarebbe buttata a capofitto la stampa. Il copione è abbastanza noto, anche perché episodi in tal senso ce ne sono stati e sappiamo bene cosa è successo. Ora riguardatevi il tifo da stadio degli amici del giovane aggressore italiano al momento del suo arresto…
RIPORRE LA SPADA K2_UNPUBLISHED
«Che ci stiamo a fare qui?» Assieme al dolore, sincero o di circostanza, per la perdita della vita di quattro dei nostri soldati in Afghanistan, anche la domanda del sopravvissuto riportata dagli organi di stampa, dovrebbe interrogarci. Chiederci se siamo consapevoli o meno che in realtà, al di là di quanto ufficialmente si voglia far credere, in quel paese stiamo combattendo una guerra. Una guerra nella quale ci hanno trascinato quanti ci hanno persuaso che era l’unico modo per combattere il terrorismo.