
Piergiorgio
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Ricevi le notifiche via email quando un nuovo intervento viene aggiunto in questo blog.IL CANE DI ESOPO K2_UNPUBLISHED
E ridaigli! Riflettendo sulla proposta di riduzione dei tempi per i processi presentata in questi giorni, mi tornano alla mente certe scene di film (ora non ne ricordo uno in particolare) nel quale il furbo della compagnia è intento a dividere il malloppo di qualche colpo con i compari. Distribuendo il denaro fra i complici, si premura di contarsi due volte, mentre i compari li conta una volta soltanto, e riesce perfino a farsi passare come persona irreprensibile. Ecco, mi pare di assistere alla stessa scena, quando sento in TV, spiegare che il ddl è stato pensato per risolvere il problema di tanti cittadini.
NON RIESCO AD INDIGNARMI K2_UNPUBLISHED
Personalmente, non mi straccio le vesti, per la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo sul crocifisso. Osservo con un certo stupore, e con un certo malessere, la condanna, pressoché unanime e bipartisan, della sentenza. Avrei voluto vedere la stessa unanime indignazione, e condanna, quando fu varato il pacchetto sicurezza, quando furono respinti in mare gli immigrati, di fronte alle tragedie che insanguinano in ogni parte il mondo. Per le migliaia di persone che anche in Italia non riescono a giungere a fine mese. Per certa politica e certi politici che furoreggiano nel Bel Paese.
QUANDO UN BAMBINO MUORE K2_UNPUBLISHED
È morto e non doveva accadere. Elvis è morto, addormentato dalle esalazioni di un braciere usato per riscaldarsi. Con lui è morto anche il suo sogno di bambino: fare da grande l’ingegnere. E chi può dire, cosa avrebbe potuto realizzare da grande? Una cosa è certa: quando un bambino muore, un pezzo di futuro è tolto all’umanità. Quindi a noi tutti.
E allora oggi siamo più poveri, perché ci manca Elvis e il suo sorriso; e siamo anche più colpevoli dell’altro ieri, perché abbiamo permesso che accadesse. Povera ma dignitosa è stata definita la mamma di Elvis. E certo, tante volte, la povertà più vera, è quella che resta nascosta ai nostri occhi. Magari è la povertà del nostro vicino di pianerottolo, quello che incontriamo ogni giorno, quello che ci saluta, quello che in qualche modo fa parte del nostro quotidiano e che noi non sappiamo comprendere. Allora è decisivo saper aprire gli occhi, farci più attenti, a cominciare proprio dalle persone che ci sono più prossime, senza per questo dimenticare tutte le altre. In ogni città, in ogni quartiere, in ogni via, esistono persone che faticano a vivere. È necessario avere un cuore grande, uno sguardo acuto e tanta voglia d’impegnarsi. Da soli possiamo probabilmente molto poco; assieme agli altri, possiamo cambiare il mondo. Bisogna crederci; bisogna spendersi; bisogna agire, lasciandosi guidare dal desiderio di offrire la possibilità, a tutti gli Elvis del mondo, di poter vivere una vita dignitosa e di poter realizzare i sogni che si portano nel cuore. Soltanto questo ci farà umani fino in fondo.
UNA DECISIONE CHE RIDA' SPERANZA K2_UNPUBLISHED
Non c’è dubbio alcuno; la decisione della Corte Costituzionale che boccia senza appello il Lodo Alfano è una buona notizia, di quelle di cui rallegrarsi. È come il farmaco atteso ed invocato nel bel mezzo di una pestilenza. Sappiamo però che non basterà perché la malattia è profonda ed ha intaccato a fondo l’organismo del nostro Paese. Che però il massimo organo costituzionale abbia ribadito un principio di fondo, ossia l’uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge, è una cosa che ridà speranza e che contribuisce a confutare l’arroganza di chi, immaginandosi un nuovo re Sole, soltanto perché ricco e potente, vorrebbe stravolgere a colpi di maggioranza l’assetto istituzionale italiano.
NON POSSO SOLIDARIZZARE K2_UNPUBLISHED
Domani si celebra il Santo di Assisi, un santo che mi è molto caro. Quello vero, però, non quello un po’ svampito, un po’ hippy e sdolcinato come talvolta è stato rappresentato. Una persona, Francesco d’Assisi, che ha preso davvero seriamente il vangelo e il messaggio profondo di fraternità e di dono verso l’altro, qualunque altro.
ITALOCENTRICI K2_UNPUBLISHED
Sarà anche perché mi è rimasta nel cuore dopo averla visitata nell’ormai lontano 1986, ma che del terremoto che ha colpito la terra indonesiana, nella città di Padang e dintorni, se ne sia parlato soltanto per poche decine di secondi, nel telegiornali, e abbia avuto scarso rilievo sulla stampa, mi ha letteralmente schifato. Per altro non è una novità assoluta.
FUORI DAL CORO K2_UNPUBLISHED
Ci sono cose che non sta bene dire, che magari in molti pensano, ma che insomma… è meglio tacere. Per convenienza, per non disturbare, per non apparire i soliti bastian contrari. Eppure, cosa volete che vi dica, a costo di apparire una voce fuori dal coro, io non riesco proprio a tenere per me quello che sento vero in questo momento.
NON CEDERE ALLO SCONFORTO K2_UNPUBLISHED
Difficile sfuggire a un senso vertiginoso di nausea, osservando quanto avviene nel nostro Paese. Pare di essere scivolati verso un’era oscura, quando a reggere le sorti di una comunità, di un territorio, c’erano persone senza scrupoli, generalmente attorniati da tanti paraninfi, magari pronti a prenderne il posto di comando quando si presentava loro l’occasione. Allora magari era la forza bruta a dettar legge e quindi, per certi aspetti, era anche più facile identificare il despota. Oggi si perseguono li stessi obiettivi manipolando le coscienze e usando strumenti molto più raffinati.
VUOTI A PERDERE K2_UNPUBLISHED
«Il senso morale di una società si misura su ciò che fa per i suoi bambini» scriveva il teologo Dietrich Bonhoeffer. Parafrasando, si potrebbe dire che il senso morale di una società lo si misura anche su quanto fa per i suoi membri più deboli. O anche, per quanti bussano ai suoi confini, fuggendo da situazioni di persecuzione o di povertà. E certo, quando si disserta in termini teorici, attorno a tali questioni, è abbastanza usuale che si concordi su molti principi. Non per niente esistono, a riprova, leggi istituzionali, accordi internazionali, dichiarazioni di principio solennemente sottoscritte da governi e stati.
POSSIAMO DIRCI CIVILI? K2_UNPUBLISHED
Le nostre assolate vacanze non sono turbate da quanto avviene nel mare, più oltre. Non ci giunge, con i flutti delle onde, il confuso, disperato, grido di aiuto. E poi, chi sono, questi uomini (uomini?) che navigano al largo su un gommone di morte? Solo numeri che passano veloci sullo schermo, nelle notizie serali; niente più.