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05 nov 2009
NON RIESCO AD INDIGNARMI
Scritto da Piergiorgio |
Letto 3527 volte | Pubblicato in Il mio blog
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Personalmente, non mi straccio le vesti, per la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo sul crocifisso. Osservo con un certo stupore, e con un certo malessere, la condanna, pressoché unanime e bipartisan, della sentenza. Avrei voluto vedere la stessa unanime indignazione, e condanna, quando fu varato il pacchetto sicurezza, quando furono respinti in mare gli immigrati, di fronte alle tragedie che insanguinano in ogni parte il mondo. Per le migliaia di persone che anche in Italia non riescono a giungere a fine mese. Per certa politica e certi politici che furoreggiano nel Bel Paese.

 E invece niente! Una vecchia vignetta, dei tempi in cui la diccì era maggioranza nel Paese, raffigurava un Gesù Cristo un po’ arrabbiato, intento a strappare dallo scudo la croce, per portarla via. Penso che in certi ambienti, sarebbe lui stesso, a togliere il crocifisso. Me ne convinco, se solo ripenso all’episodio narrato nel vangelo di Marco (cap. 3, 1-6), quello che parla della guarigione dell’uomo con la mano paralizzata. Proprio quel giorno di sabato, benedetto Gesù, lo dovevi fare? E in sinagoga? Potevi anche aspettare il giorno seguente, tanto per l’interessato non sarebbe cambiato molto. E invece lo facesti di sabato e ponendo l’uomo nel mezzo, al posto riservato al Libro, contenente la Parola di Dio. (Quale lezione per religiosi e laici! Infatti tu crei divisione, con la tua vita e il tuo messaggio, non tanto tra religiosi e laici, per dire non religiosi, ma tra credenti e non credenti, che è una cosa un po’ diversa). Difatti suscitasti l’ira dei farisei, (chi più religiosi di loro?) che fecero subito una riunione con quelli del partito di Erode, (oggi diremmo atei devoti) per cercare il modo di farti morire. Non oso pensare cosa faresti oggi, in certi ambienti: tribunali, aule parlamentari, comuni, province, regioni, carceri, ospedali, scuole, (o anche chiese, o sedi di gruppi che operano nel sociale, perché siamo tutti feriti, ma questo lo dico sottovoce), dove sei onorato nell’effige del crocifisso, ma meno nella persona, che tante volte viene in subordine. Non so cosa faresti, per restare alla città di Trento, osservando che, a fatica, apriranno tra poco altre strutture, per accogliere chi non ha un letto per dormire, ma in numero del tutto insufficiente. È solo uno dei tanti esempi, per riaffermare quanto già detto: sappiamo indignarci per i simboli, ma molto meno per coloro che rappresentano e che sono del tutto trascurati. Nel tuo caso, tutti i crocifissi della storia; anche quelli di oggi. Quelli ai quali riserviamo la nostra (talvolta unanime) indifferenza. Allora penso che forse, per quanti si professano cristiani, quella discussa sentenza dei giudici di Strasburgo, potrebbe essere un’occasione di purificazione. Un’occasione per chiederci umilmente come sia possibile che il crocifisso, sia diventato “un simbolo religioso fastidioso”, come afferma la sentenza, anziché l’icona dell’uomo calpestato e irriso, nel quale possano riconoscersi tutte le persone che hanno a cuore le persone in carne ed ossa; il loro bene, anche coloro che non possono credere nella tua natura divina.

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