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Piergiorgio

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PICCIONI IN PARADISO K2_UNPUBLISHED

La morte di una persona, in sé, non è una notizia, a meno che non sia frutto di un dramma. Comunque riguarda la stretta cerchia dei parenti e degli amici. Ma quella di Constantin, è ancora meno una notizia, perché riguarda una di quelle persone che vivono ai margini e di cui non si percepisce nemmeno l’assenza quando viene a mancare. Almeno per la gran parte delle persone, che magari hanno pure avuto l’occasione di incrociarla lungo la via, intenta a chiedere qualche spicciolo o una sigaretta. Invisibile ai nostri occhi già quando era in vita e ancor più da morto.

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SEBRENICA K2_UNPUBLISHED

Sebrenica. Sono rimasti i morti a seppellire gli ammazzati. Un conteggio che non è mai finito; come il dolore di quanti sono scampati. Da una parte donne e bambini, ai quali è stato tolto tutto. Anche le lacrime per piangere un dolore troppo grande. Dall’altra i Karadzic, i Mladic, e tanti Ponzi Pilato. Rimane la memoria che non può essere sepolta, assieme ai resti, poveri resti, che chiedono riposo. E un grido di giustizia per potere andare oltre.

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LE FERIE DI TERESA K2_UNPUBLISHED

Teresa non va in ferie; non ne ha mai fatto. O almeno che ricordi. Però dice che sì, qualche giorno, nei fine settimana, se lo concede di riposo: in montagna. In effetti qualche volta, quando era più giovane, sulla montagna che si erge maestosa, non molto lontana da casa sua, c’è stata. Partiva la mattina e faceva ritorno a sera. Si portava qualche panino da mangiare e un libro da leggere. Altro non poteva permettersi, se non un gelato, qualche rara volta. Però alla gente, a quelli che abitano nel condominio dove sta lei, dà ad intendere, che lei, le ferie estive, le fa come tutti quanti. Abbassa le tapparelle, si muove con circospezione dentro casa, tiene il volume della TV basso, basso, oppure usa le cuffie, adesso che è anche un po’ sordastra, così finge di essere partita come tanti altri.

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COME E' UMANO LEI! K2_UNPUBLISHED

Non esiste notte tanto lunga che impedisca al sole di risorgere, afferma un anonimo. E certamente è vero; o almeno, è quanto ci dice l’esperienza. Però è altrettanto indubbio, così mi pare, che stiamo precipitando in una notte della quale è molto difficile stabilire a priori la durata. Nonno Battista, classe 1988, raccontava di come un suo compagno di lavoro, in gioventù, fosse stato licenziato in tronco, soltanto perché ebbe l’improntitudine di guardare l’orologio.

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PADRONI D'ITALIA K2_UNPUBLISHED

Potrebbe essere un suggerimento; una proposta, di questi tempi nei quali tutti ne avanzano qualcuna. Perché non cambiare le parole dell’inno nazionale? Non più, fratelli d’Italia, ma padroni d’Italia. Non pare anche a voi che quelle parole- fratelli d’Italia, appunto - siano ormai datate, come lo è la nostra Costituzione, a giudizio di Berlusconi? La fratellanza, la sonorità, infatti, presuppongono un’uguaglianza: di diritti, di doveri, di regole condivise, di valori fondanti.

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IL PREZZO DELLA PACE K2_UNPUBLISHED

Dieci o diciannove che siano i morti, sono sempre tanti; troppi. Anche se ci fosse stato un solo morto, sarebbe di troppo. Troveranno certamente anche della giustificazioni a quanto avvenuto, e questa sarà l’ennesima dimostrazione che il potere, qualunque esso sia, non accetta mai di mettersi in discussione. I pacifisti, o meglio, quanti lottano attivamente per cercare di lacerare il velo dell’ipocrisia che tante volte e in tante parti del globo terrestre cerca di nascondere le innumerevoli ingiustizie che si consumano quotidianamente, sono tutt’al più tollerati, se e in quanto se ne stanno buoni, buoni e si limitano a qualche manifestazione di circostanza.

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LA CINA E' VICINA? K2_UNPUBLISHED

Dove stiamo andando? Chissà quanti italiani se lo stanno domandando, e quanti, al contrario, nemmeno si pongono il problema. A me pare che stiamo scivolando lentamente e inesorabilmente verso una forma di regime. Immagino che non ci sveglieremo con i carri armati per le strade; oggi non si usa più, ma certamente in un paese nel quale non essere delle persone lobotomizzate sarà sempre più un rarità.

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CLANDESTINI? K2_UNPUBLISHED

.«I clandestini che non hanno un lavoro regolare, normalmente delinquono», sentenzia il sindaco di Milano, Letizia Moratti. Gli fa eco l’ineffabile ministro dell’interno Maroni, nonché Cavaliere del Sacro Ordine Piano, quale «cattolico di distintissima condizione» (Corriere della sera 14 ottobre 2008) che afferma che bisogna «potenziare il binomio sicurezza integrazione», portando come esempio riuscito, quanto fatto a Verona dal sindaco Tosi. Lor signori, però, dovrebbero avere anche la decenza di ricordare che a trasformare in reato una condizione soggettiva, che non significa affatto, ipso facto, essere dei delinquenti, sono stati proprio loro; questo governo. E forse farebbero bene, oltre a sbandierare la riuscita lotta agli sbarchi di disperati sulle nostre coste, (90% in meno secondo il Viminale) nascondendo all’opinione pubblica che cosa significa per quei poveri cristi essere rispediti in Libia senza nessuna tutela; cosa accade a tanti immigrati, per molti anni regolari, che all’improvviso perdendo il permesso di soggiorno, finiscono prima in carcere e poi nei CIE (centri d’identificazione ed espulsione).

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MORS TUA VITA MEA K2_UNPUBLISHED

Non sono un economista; non me ne intendo di borse, di quotazioni, di titoli, investimenti e quant’altro. Mi pare però abbastanza evidente che quello che emerge in questo momento, attorno al nodo costituito dalla crisi in cui versa la Grecia, (ora anche del Portogallo e poi chissà di chi altro), sia soprattutto la mancanza di una politica dell’Europa realmente solidale. Quelli che si manifestano, sono gli egoismi nazionali, che la moneta unica, e lo si sapeva, non può più mascherare. Ci sono analisti che si spingono a immaginare possibili scenari piuttosto cupi: quali l’istituzione di due monete diverse: una per i paesi più “virtuosi” e un’altra per quelli che portano le “pezze al culo”, fra i quali annoverano pure l’Italia.

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LA STORIA MAESTRA DI VITA? K2_UNPUBLISHED

Se già a partire dalle elementari, a storia, avessero usato come materia di studio le tante lettere scritte dai condannati a morte, durante la resistenza al nazifascismo, probabilmente oggi non staremmo qui a condannare quanto scritto dal presidente della provincia di Salerno, Edmondo Cirielli. Ma si sa, purtroppo, quanto sofferto da tanti, troppi italiani a causa della dittatura fascista prima, e della guerra poi, non è diventato patrimonio comune. Così ciascuno si sente libero di declinare i valori che hanno spinto migliaia di persone, spesso giovanissime, a fare scelte che hanno significato frequentemente la perdita della propria vita, come meglio crede.

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