Dove stiamo andando? Chissà quanti italiani se lo stanno domandando, e quanti, al contrario, nemmeno si pongono il problema. A me pare che stiamo scivolando lentamente e inesorabilmente verso una forma di regime. Immagino che non ci sveglieremo con i carri armati per le strade; oggi non si usa più, ma certamente in un paese nel quale non essere delle persone lobotomizzate sarà sempre più un rarità.
Considerato che la stragrande maggioranza dei nostri concittadini, stando a quanto ci dicono le ricerche in tal senso, sono “disinformati” soltanto dalla televisione, assisteremo ancor più di ora, e già adesso è deprimente, al canto monocorde e osannante le magnifiche sorti e progressive di chi ci governa. Così, se qualcuno vorrà farsi un’idea un po’ più veritiera di quanto ci accade attorno, dovrà sintonizzarsi nuovamente su radio Londra; ovvero andarsi a cercare la notizia su qualche agenzia estera, sperando non vengano oscurati o si tenti di fare anche quello, i siti internet, gli unici strumenti a quel punto, senza bavaglio. Non c’è da stare allegri; per niente! Quanto è stato approvato oggi in commissione Giustizia è nel segno evidente di una mordacchia alla libertà di stampa. Quanti hanno lottato e sono morti per ridarci la libertà, dopo la dittatura fascista, non possono che rigirarsi nella tomba. Provvedimenti di quel segno, venti trent’anni fa, sarebbero stati inimmaginabile. Oggi pare che non importi quasi a nessuno; diversamente la gente sarebbe scesa rumorosamente in piazza. La Cina è vicina?