
Piergiorgio
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Ricevi le notifiche via email quando un nuovo intervento viene aggiunto in questo blog.SE IL BUONGIORNO SI VEDE DAL MATTINO K2_UNPUBLISHED
Riforme? Tante volte ho l’impressione che se ne parli tanto per riempire il vuoto che ci attornia. Vuoto di idee e di pensiero; vuoto di azioni, di responsabilità, di lungimiranza. La politica in Italia, fatte salve le poche debite eccezioni, che pure ci sono, naviga più o meno a vista, oppure su rotte fatte da corposi interessi. E fra gli interessi che prevalgono in questo momento, ci sono, senza alcun dubbio, quelli del signor S., che sono mastodontici. A fargli da reggipancia, però è difficile dire con qualche certezza chi è il reggitore e chi colui che è retto in questo momento, ci sono quelli della Lega.
Un gran matrimonio d’interessi al quale l’unico soggetto non invitato è il bene comune. E già, perché di questi tempi, mica è di moda. Cosa importa a lor signori dei disoccupati, di chi fatica ad arrivare a fine mese, degli immigrati, dei rom, delle persone più svantaggiate? Un accidente di niente. E ancor meno importano i diritti, una giustizia davvero equa, giusta; il rispetto delle regole, della Costituzione. L’equilibrio fra i poteri dello stato. E via elencando. Assicurarsi un potere senza condizionamenti, imporre il proprio punto di vista; possibilmente non avere oppositori, se non di facciata, per salvaguardare in qualche modo le apparenze. Questo mi pare il quadro che si materializza all’orizzonte. Insomma, niente di buono. Con quanto ci hanno cucinato in tutti questi anni, a voi ispirano qualche fiducia? “Tre anni per cambiare Italia” affermano pomposamente, sull’onda della non sconfitta alle recenti elezioni regionali. Se il buongiorno si vede dal mattino, ( il legittimo impedimento, tanto per citare l’ultimo provvedimento) che Dio ci scampi e che il popolo italiano impari rapidamente ad essere meno bue.
BUONA PASQUA K2_UNPUBLISHED
«Da mezzogiorno alle tre del pomeriggio». Ecco le sponde che delimitano il fiume delle lacrime umane, scriveva il compianto don Tonino Bello, e proseguiva: «Ecco le saracinesche che comprimono in spazi circoscritti tutti i rantoli della terra. Ecco le barriere entro cui si consumano tutte le agonie dei figli dell’uomo. «Da mezzogiorno alle tre del pomeriggio», solo allora è consentita la sosta del Golgota. Una permanenza più lunga sarà considerata abusiva anche da Dio…»
Oggi è il giorno della gioia che annuncia la verità di tutto questo e che però impegna anche tutti, e ciascuno di noi, a schiodare tutti i crocifissi della storia. Se pensassimo, al contrario, che l’annuncio della Risurrezione che già albeggia all’orizzonte, fosse una semplice egoistica consolazione individuale che non presuppone alcun impegno, beh allora saremmo davvero da compatire. La speranza, che come luce feconda brilla nei nostri cuori, tante volte smarriti, timorosi, possa aprire le nostre mani al gesto capace di accarezzare chi vive nella tristezza e nel dolore; a pronunciare parole di consolazione, di perdono, di incoraggiamento; a saper vedere e denunciare ogni ingiustizia; a muovere i nostri passi incontro all’altro per riconoscerlo ed abbracciarlo; a costruire percorsi di convivialità e di pace. Allora buona Pasqua ai miei quattro lettori, perché possano compiere questo passaggio verso un’umanità profonda, piena, capace di renderli davvero servi verso tutti perché Signori.
SAN ROMERO D'AMERICA K2_UNPUBLISHED
Sono passati trent’anni da quello sparo (24 marzo 1980) che ha messo fine all’esistenza terrena di monsignor Oscar Romero, ma il vescovo salvadoregno è più vivo che mai nella coscienza e nel cuore di milioni di persone che guardano a lui come esempio di pastore che si è fatto popolo; che ha ascoltato il grido di quanti erano stati affidati alla sua cura pastorale; che come il pastore bello del Vangelo, ha saputo dare la sua vita per le sue pecore. Nel cuore e nella coscienza di milioni di cristiani, è san Romero d’America da tempo. Soltanto nella “prudenza” tutta curiale di una Chiesa gerarchica più abituata a fornicare con i potenti che a lasciarsi interrogare dalle istanze di liberazione che salgono dagli strati più umili e poveri del mondo, il mite vescovo Romero può ancora suscitare timore; forse paura.
IL MOSTRO IN PRIMA PAGINA K2_UNPUBLISHED
titolo sparato in prima pagina sul Trentino (quotidiano locale) di giovedì 11 marzo, lo trovo per lo meno discutibile. Capisco, o meglio mi sforzo di farlo, anche le ragioni di marketing che presiedono la conduzione di un giornale, però trovo che sia del tutto funzionale ad una certa logica che imperversa di questi tempi. Parlare di “accatoniland”, per descrivere un fenomeno che certamente interroga, ma che molto più spesso suscita un moto di rigetto, di insofferenza, quando non di intolleranza in tanti, trovo che sia fare dell’allarmismo. Allora forse bisognerebbe iniziare col ricordare che una sentenza della Corte Costituzionale del 1996, stabilisce che la mendicità non molesta non è punibile.
ZELANTI K2_UNPUBLISHED
Succede a Trento, ma avviene, ne sono certo, anche altrove in tante altre parti. Chissà a cosa pensava Hamed, lo chiameremo così, ma è un nome di fantasia, mentre attraversava la strada l’altra sera, per recarsi in quel rifugio di fortuna dove, assieme ad tanti altri passava le sue notti per ripararsi dal freddo. Quelli come lui sono soltanto ombre che attraversano le nostre strada, che qualche volta riusciamo anche a raffigurarci, sia pure per un istante, quando, magari alterati, o per aver bevuto un bicchiere di troppo, o perché in stato confusionale (vorrei vedere noi al loro posto!) capita che la cronaca ce li sbatta sotto gli occhi.
AZZECCAGARBUGLI K2_UNPUBLISHED
Ormai parliamo lingue diverse. Ecco il perché dell’ultima trovata del governo: un decreto legge che – ci avvertono, con fare suadente, come si fa con i bambini un pochino capricciosi – non modifica la norma; la interpreta correttamente. Ma non avevano sostenuto fino a ieri che le leggi non si interpretano, si devono soltanto applicare?. Ma quanto siamo cretini! Certo che le leggi si applicano, ma solo per i fessi. Per quanti hanno il potere- e che lo vogliono tenere saldo in mano – le leggi si interpretano, che diamine! Ce ne dovevamo ricordare.
CERCHI DI SILENZIO K2_UNPUBLISHED
È partita anche a Trento, l’iniziativa denominata “cerchi di silenzio”; un appuntamento serale in piazza Duomo, per segnare “lo spazio e il tempo dove ridare il giusto valore ed il giusto peso alle parole”. Così era scritto sul volantino che promuoveva l’appuntamento. Per fare cosa? “Un’ora di silenzio visibilmente in piazza per manifestare, riflettere, meditare. Per ritrovare significato a giustizia, verità, dignità. Un silenzio partecipe, non il silenzio di bocche cucite da indifferenza complice”. Così è stato, ed il cerchio di persone, da piccolo, è cresciuto, lievitato, fino a comporne uno più grande.
PREMIO NOBEL ALLA DONNA AFRICANA K2_UNPUBLISHED
Premio Nobel per la Pace 2011 alla Donna Africana FIRMA LA PETIZIONE ON LINE L’Africa cammina con i piedi delle donne. Abituate da sempre a fare i conti con la quotidianità della vita e con la sfida della sopravvivenza, ogni giorno centinaia di migliaia di donne africane percorrono le strade del continente alla ricerca di una pace durevole e di una vita dignitosa. Gran parte di loro fanno fino a 10-20 chilometri per portare l’acqua alla famiglia. Poi vanno, sempre a piedi, al mercato, dove, per tutta la giornata vendono quel po’ che hanno, per portare la sera a casa il necessario per nutrire i propri figli. Riproducendo così ogni giorno il miracolo della sopravvivenza.
IGNORANTI! K2_UNPUBLISHED
Roba da far cascare le braccia. E si dicono classe dirigente! Con che coraggio, vorrei davvero saperlo. Io non sono tipo da credere ai “tuttologi”; di costoro diffido e giro alla larga. Ma diffido ancor di più e mi guardo bene dal riverire gli “ignoranti”. Tranquilli, non mi riferisco alle persone magari illetterate o che hanno compiuto studi limitati. Anzi, di queste ho profonda stima. Le persone non le misuro dai titoli esibiti. Parlo di “ignoranti” che tali non dovrebbero essere, a maggior ragione se occupano posti di responsabilità. Chi ha un incarico e per giunta pubblico e che a causa di quell’incarico è chiamato magari a decidere delle sorti di altre persone, non può essere ignorante, incolto, sciatto.
INDIGNARSI E' UN DOVERE K2_UNPUBLISHED
C’è un detto che afferma che abbiamo due orecchie e una sola bocca perché dovremmo ascoltare più di quanto parliamo. In realtà succede piuttosto il contrario. Molti poi, paiono avere più bocche che orecchie, e definirle bocche, in questo caso, è piuttosto un eufemismo. Diciamo meglio che ci sono persone che sono piuttosto incontinenti, ché chiamarle logorroiche sarebbe fare loro un complimento. Quando poi, a comportarsi in tal modo, sono rappresentanti delle istituzioni, politici, ai quali si adirebbe piuttosto senso della misura ed elevate virtù morali, non si può che indignarsi. Di questi tempi, l’indignazione, dovrebbe essere una virtù da coltivare in tanti. Indignazione nel significato che al termine assegna il vocabolario: risoluta ribellione a quanto offende la dignità propria o degli altri.