Difficile sfuggire a un senso vertiginoso di nausea, osservando quanto avviene nel nostro Paese. Pare di essere scivolati verso un’era oscura, quando a reggere le sorti di una comunità, di un territorio, c’erano persone senza scrupoli, generalmente attorniati da tanti paraninfi, magari pronti a prenderne il posto di comando quando si presentava loro l’occasione. Allora magari era la forza bruta a dettar legge e quindi, per certi aspetti, era anche più facile identificare il despota. Oggi si perseguono li stessi obiettivi manipolando le coscienze e usando strumenti molto più raffinati.
Lo dimostra l’assuefazione di molti al degrado civile e morale in atto e l’omologazione di tanti alle peggiori tendenze dominanti. Credo che sia particolarmente attuale una preghiera di don Primo Mazzolari, che voglio riportare, e che può fare propria ogni persona di semplice buon senso. Pregare, per me non significa delegare a qualche Dio quello che spetta a ciascuno di noi fare, ma, al contrario, assumersi la responsabilità di non cedere allo sconforto e fare ciascuno la propria parte per cambiare in senso positivo questo nostro smarrito Paese, confidando, per chi crede, che la propria parte, Dio la fa sempre. «Noi ci impegniamo. Ci impegniamo, noi e non gli altri; unicamente noi, e non gli altri; né chi sta in alto, né chi sta in basso; né chi crede, né chi non crede. Ci impegniamo, senza pretendere che gli altri si impegnino, con noi o per conto loro, con noi o in altro modo. Ci impegniamo senza giudicare chi non si impegna, senza accusare chi non si impegna, senza condannare chi non si impegna, senza cercare perché non si impegna. Il mondo si muove se noi ci muoviamo, si muta se noi mutiamo, si fa nuovo se qualcuno si fa nuova creatura. La primavera incomincia con il primo fiore, la notte con la prima stella, il fiume con la prima goccia d’acqua, l’amore con il primo pegno. Ci impegniamo perché noi crediamo nell’amore, la sola certezza che non teme confronti, la sola che basta a impegnarci perpetuamente».