
Piergiorgio
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Ricevi le notifiche via email quando un nuovo intervento viene aggiunto in questo blog.IL MOSTRO IN PRIMA PAGINA K2_UNPUBLISHED
titolo sparato in prima pagina sul Trentino (quotidiano locale) di giovedì 11 marzo, lo trovo per lo meno discutibile. Capisco, o meglio mi sforzo di farlo, anche le ragioni di marketing che presiedono la conduzione di un giornale, però trovo che sia del tutto funzionale ad una certa logica che imperversa di questi tempi. Parlare di “accatoniland”, per descrivere un fenomeno che certamente interroga, ma che molto più spesso suscita un moto di rigetto, di insofferenza, quando non di intolleranza in tanti, trovo che sia fare dell’allarmismo. Allora forse bisognerebbe iniziare col ricordare che una sentenza della Corte Costituzionale del 1996, stabilisce che la mendicità non molesta non è punibile.
ZELANTI K2_UNPUBLISHED
Succede a Trento, ma avviene, ne sono certo, anche altrove in tante altre parti. Chissà a cosa pensava Hamed, lo chiameremo così, ma è un nome di fantasia, mentre attraversava la strada l’altra sera, per recarsi in quel rifugio di fortuna dove, assieme ad tanti altri passava le sue notti per ripararsi dal freddo. Quelli come lui sono soltanto ombre che attraversano le nostre strada, che qualche volta riusciamo anche a raffigurarci, sia pure per un istante, quando, magari alterati, o per aver bevuto un bicchiere di troppo, o perché in stato confusionale (vorrei vedere noi al loro posto!) capita che la cronaca ce li sbatta sotto gli occhi.
AZZECCAGARBUGLI K2_UNPUBLISHED
Ormai parliamo lingue diverse. Ecco il perché dell’ultima trovata del governo: un decreto legge che – ci avvertono, con fare suadente, come si fa con i bambini un pochino capricciosi – non modifica la norma; la interpreta correttamente. Ma non avevano sostenuto fino a ieri che le leggi non si interpretano, si devono soltanto applicare?. Ma quanto siamo cretini! Certo che le leggi si applicano, ma solo per i fessi. Per quanti hanno il potere- e che lo vogliono tenere saldo in mano – le leggi si interpretano, che diamine! Ce ne dovevamo ricordare.
CERCHI DI SILENZIO K2_UNPUBLISHED
È partita anche a Trento, l’iniziativa denominata “cerchi di silenzio”; un appuntamento serale in piazza Duomo, per segnare “lo spazio e il tempo dove ridare il giusto valore ed il giusto peso alle parole”. Così era scritto sul volantino che promuoveva l’appuntamento. Per fare cosa? “Un’ora di silenzio visibilmente in piazza per manifestare, riflettere, meditare. Per ritrovare significato a giustizia, verità, dignità. Un silenzio partecipe, non il silenzio di bocche cucite da indifferenza complice”. Così è stato, ed il cerchio di persone, da piccolo, è cresciuto, lievitato, fino a comporne uno più grande.
PREMIO NOBEL ALLA DONNA AFRICANA K2_UNPUBLISHED
Premio Nobel per la Pace 2011 alla Donna Africana FIRMA LA PETIZIONE ON LINE L’Africa cammina con i piedi delle donne. Abituate da sempre a fare i conti con la quotidianità della vita e con la sfida della sopravvivenza, ogni giorno centinaia di migliaia di donne africane percorrono le strade del continente alla ricerca di una pace durevole e di una vita dignitosa. Gran parte di loro fanno fino a 10-20 chilometri per portare l’acqua alla famiglia. Poi vanno, sempre a piedi, al mercato, dove, per tutta la giornata vendono quel po’ che hanno, per portare la sera a casa il necessario per nutrire i propri figli. Riproducendo così ogni giorno il miracolo della sopravvivenza.
IGNORANTI! K2_UNPUBLISHED
Roba da far cascare le braccia. E si dicono classe dirigente! Con che coraggio, vorrei davvero saperlo. Io non sono tipo da credere ai “tuttologi”; di costoro diffido e giro alla larga. Ma diffido ancor di più e mi guardo bene dal riverire gli “ignoranti”. Tranquilli, non mi riferisco alle persone magari illetterate o che hanno compiuto studi limitati. Anzi, di queste ho profonda stima. Le persone non le misuro dai titoli esibiti. Parlo di “ignoranti” che tali non dovrebbero essere, a maggior ragione se occupano posti di responsabilità. Chi ha un incarico e per giunta pubblico e che a causa di quell’incarico è chiamato magari a decidere delle sorti di altre persone, non può essere ignorante, incolto, sciatto.
INDIGNARSI E' UN DOVERE K2_UNPUBLISHED
C’è un detto che afferma che abbiamo due orecchie e una sola bocca perché dovremmo ascoltare più di quanto parliamo. In realtà succede piuttosto il contrario. Molti poi, paiono avere più bocche che orecchie, e definirle bocche, in questo caso, è piuttosto un eufemismo. Diciamo meglio che ci sono persone che sono piuttosto incontinenti, ché chiamarle logorroiche sarebbe fare loro un complimento. Quando poi, a comportarsi in tal modo, sono rappresentanti delle istituzioni, politici, ai quali si adirebbe piuttosto senso della misura ed elevate virtù morali, non si può che indignarsi. Di questi tempi, l’indignazione, dovrebbe essere una virtù da coltivare in tanti. Indignazione nel significato che al termine assegna il vocabolario: risoluta ribellione a quanto offende la dignità propria o degli altri.
QUANTO VALE UNA VITA? K2_UNPUBLISHED
Non scegliamo dove nascere, in quale tempo, da chi. La vita, in questo senso, è una roulotte che ci butta allo sbaraglio dentro l’esistenza. Quindi non è del tutto vero che nasciamo uguali. Sì, certo, nasciamo nudi e bisognosi di ogni cura, ma appunto, tolto questo, c’è chi nasce con la camicia e chi no. Chiara e Marianna, evidentemente, non sono nate con la camicia. Come ogni adolescente e ogni bambino, immagino che portassero in cuore tanti sogni; magari per Chiara il più pressante era quello di una vita un pochino più dignitosa, con una casa che si potesse chiamare davvero casa e non stamberga, catapecchia, tugurio. Non poteva certo addebitare ai genitori la responsabilità di quella esistenza grama. Quale genitore desidera per i propri figli un’esistenza che non sia più che dignitosa?
POLITICA E CINISMO K2_UNPUBLISHED
Chi è il cinico? Colui che ostenta disprezzo o indifferenza nei confronti dei valori umani comunemente accettati dalla società in cui vive. Questa la definizione che ne dà il vocabolario. E credo davvero che di cinici, in questo momento, se ne aggirino un bel numero nel Bel Paese. Prendete la polemica di questi giorni attorno alla questione della riabilitazione di Craxi, ad esempio; o ancora, la questione della approvazione in Senato della norma sul processo breve. L’una e l’altra sono lo specchio della decadenza o se vogliamo dell’imbarbarimento della vita politica e sociale a cui stiamo assistendo. Personalmente non mi sono unito ai cori, non solo materialmente, ma neanche moralmente, di quanti all’epoca sbeffeggiarono il politico Craxi, lanciandogli monetine.
UNITI NELLA VITA K2_UNPUBLISHED
Marito e moglie uniti nella morte, titola il quotidiano l’Adige oggi, parlando della scomparsa di due coniugi, Lino e Anna, a distanza di mezz’ora di tempo l’uno dall’altra. Io preferisco dire: uniti per la vita. Accade, talvolta, che due persone che si sono amate per una vita intera, quarantotto anni, in questo caso, se ne vadano quasi tenendosi per mano, così come hanno fatto durante i loro lunghi giorni assieme. È una notizia che colpisce e suscita sentimenti di riflessione. Per qualcuno forse anche di invidia.