
Piergiorgio
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Ricevi le notifiche via email quando un nuovo intervento viene aggiunto in questo blog.NESSUNA SCELTA E' INDIFFERENTE K2_UNPUBLISHED
Dalla cronaca locale: parte la guerra ai mozziconi. Linea dura del Comune di Trento contro chi sarà sorpreso a gettare per terra i mozziconi di sigaretta. Multe fino a 500 euro. Haiti: terremoto del settimo grado della scala Ricther. Catastrofe umanitaria. Che nesso ci può essere fra le due notizie, si chiederà qualcuno? Probabilmente le bestemmie che le due notizie susciterà in qualcuno. Tra qualcuno dei cittadini di Trento, accanito fumatore, meno predisposto a farsi carico del rispetto per l’arredo urbano, qualche moccolo tipico di queste parti; dall’altra, i soliti “pisacquasanta”, che senza alcun senso del pudore, attribuiranno a dio (con la minuscola), quanto accaduto sull’isola caraibica.
IL CAPRO ESPIATORIO K2_UNPUBLISHED
Vedrete, tutto si risolverà con la criminalizzazione degli immigrati di Rosarno e qualche provvedimento di polizia volto a tacitare quanto successo. Sì, perché abbiamo estremo bisogno di ribadire il mito del buon italiano. Che diamine! Noi siamo un popolo di cuore, solidale con i poveri, a condizione, ben si intende, che camminino rasentando i muri, con la testa bassa e, se devono chiedere qualcosa, che lo facciano sottovoce e con discrezione. A loro spetta essere pazienti; a noi, quando ce ne ricordiamo, intervenire per sovvenirli, in base alla nostra discrezionalità. I diritti sono innanzitutto privilegio esclusivo nostro e poi, in subordine, anche di altri.
Ma dobbiamo decidere noi a chi spettano, come e in quale misura. Non giriamoci tanto attorno; inutile fingere ipocritamente che le cose stiano diversamente. Questo è il modo di pensare di tanti di noi. Quanti lo dicono in modo sbracato, apertamente, in fondo non fanno che interpretare il pensiero di molti. Mi auguro vivamente che non sia quello dei più. Gli immigrati di Rosarno, in Calabria, che hanno messo sottosopra l’abitato, hanno sbagliato e quanto hanno fatto va sicuramente condannato. Però il fermo immagine sui disordini di cui si sono resi protagonisti, oltre che parziale è ingiusto. Per quanto negativo, non racconta tutta la realtà; anzi, maschera quella più drammatica che perdura da anni, di cui sono in molti a sapere e della quale nessuno si interessa. Le condizioni di vero e proprio sfruttamento e le condizioni bestiali nelle quali sono costrette a vivere migliaia di persone impiegate nei lavori agricoli, non sono cosa di queste ultime ore. Le responsabilità sono tante e diffuse. Le denunce ci sono pure state, ma sono passate tante volte sotto silenzio, tra l’indifferenza dei più. Gli agrumi hanno continuato a raggiungere le nostre tavole, anche se profumano di sudore e sangue. Abbiamo creduto che bastasse togliere la buccia, per scrollarci di dosso tutta la sporcizia accumulata. Abbiamo individuato ancora una volta il capro espiatorio su cui scaricare ogni responsabilità; soprattutto le nostre: i clandestini. Gli stessi che fino a quando non hanno alzato la testa, dando sfogo alla rabbia repressa, erano tanto preziosi. Tutto fra breve rientrerà nei ranghi, fino alla prossima rivolta. Quanti Rosarno ci sono in Italia? Nell’antichità esisteva l’istituto della schiavitù; era palese, era perfino normata. Oggi, al contrario è condannata, a parole, ma praticata in forme silenziose, ma non meno crudeli.
VIVERE IL TEMPO K2_UNPUBLISHED
“Che cos’è il tempo? Se nessuno me lo domanda lo so. Se voglio spiegarlo a chi me lo domanda non lo so più” (S. Agostino) Il Vecchio barbuto con gli abiti dimessi se ne sta andando, lasciando la strada libera al fanciullo festoso e vitale che lo segue dappresso. È un’immagine un pochino oleografica che però rende plasticamente l’inesorabilità del tempo che passa. Invecchiando aumenta sempre più la percezione del passare veloce del tempo. I giorni, i mesi, le stagioni, gli anni, paiono susseguirsi a ritmo sempre più incalzante, soprattutto quando gli impegni quotidiani non danno respiro.
UN DIO CHE MI ENTUSIASMA K2_UNPUBLISHED
La differenza – cito a memoria – non è tanto tra credenti e non credenti, affermava il cardinal Martini, ma fra persone pensanti e quanti non lo sono. È di questi giorni, la notizia, che si trovano in vendita bambolotti in materiale plastico, in tutto simili a neonati o poco più grandi, per coppie che non possono avere figli. Non c’è che dire: all’idiozia non c’è alcun limite. Allora io credo che quel bambino nato a Betlemme duemila anni fa, e che per i credenti è il Dio fatto uomo, forse ha ancora qualcosa da dirci. Ha qualcosa da dirci un Dio che per rivelarsi assume la fragilità e l’ordinarietà della nostra stessa condizione.
LA VIOLENZA, MAI! K2_UNPUBLISHED
“Meglio essere violenti, se c'è violenza nel nostro cuore, che indossare il manto della non-violenza per coprire l'impotenza." (Karamchand "Mahatma" Gandhi). Sono in molti, in queste ore, ad indossare il manto della non violenza, dopo quanto accaduto al Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Allora dobbiamo dirlo con schiettezza: non ci si improvvisa non violenti all’ultimo momento; per tornaconto, magari strumentalizzando un episodio esecrabile, soltanto perché viene colpito un esponente di spicco della vita pubblica. La politica, tutta, la politica, ma non solo, ha bisogno di fare una seria autocritica a questo riguardo. Prima ancora che le mani, bisogna disarmare i cuori.
IL GIOCATTOLO SI E' ROTTO K2_UNPUBLISHED
Forse è prematuro per asserirlo con certezza, ma credo proprio che il giocattolo si sia rotto definitivamente. Dopo l’imponente manifestazione di ieri a Roma, organizzata da cittadini comuni, una ventata di libertà ha iniziato a spirare in questo stanco Paese. Non so cosa ci attenda per il futuro. Le resistenze al cambiamento saranno ancora molte, ma non credo di esagerare, affermando che niente è come prima. Che cittadini di ogni estrazione sociale; giovani e meno giovani, si riapproprino della voglia di esserci e di contare, in numero così grande, è una cosa che mi riempie di gioia.
SOR'ACQUA K2_UNPUBLISHED
Laudato si’, mi Signore, per sor’Acqua, la quale è multo utile et umile et preziosa et casta. Sì, Francesco poteva cantare in questo modo, la presenza preziosa di questo bene che deve essere indisponibile, per poter essere di tutti. Quand’ero bambino, e mi capitava di abbeverarmi a qualche sorgente nel bosco, mai avrei pensato che un giorno si sarebbe posto il tema della privatizzazione dell’acqua. Ricordo ancora quando iniziò a scorrere dentro casa, da un unico rubinetto, quello di cucina. Avevo soltanto quattro anni, ma lo ricordo come fosse adesso: una cosa fantastica! Non dover più andare alla fontana per approvvigionarsi.
IL CANE DI ESOPO K2_UNPUBLISHED
E ridaigli! Riflettendo sulla proposta di riduzione dei tempi per i processi presentata in questi giorni, mi tornano alla mente certe scene di film (ora non ne ricordo uno in particolare) nel quale il furbo della compagnia è intento a dividere il malloppo di qualche colpo con i compari. Distribuendo il denaro fra i complici, si premura di contarsi due volte, mentre i compari li conta una volta soltanto, e riesce perfino a farsi passare come persona irreprensibile. Ecco, mi pare di assistere alla stessa scena, quando sento in TV, spiegare che il ddl è stato pensato per risolvere il problema di tanti cittadini.
NON RIESCO AD INDIGNARMI K2_UNPUBLISHED
Personalmente, non mi straccio le vesti, per la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo sul crocifisso. Osservo con un certo stupore, e con un certo malessere, la condanna, pressoché unanime e bipartisan, della sentenza. Avrei voluto vedere la stessa unanime indignazione, e condanna, quando fu varato il pacchetto sicurezza, quando furono respinti in mare gli immigrati, di fronte alle tragedie che insanguinano in ogni parte il mondo. Per le migliaia di persone che anche in Italia non riescono a giungere a fine mese. Per certa politica e certi politici che furoreggiano nel Bel Paese.
QUANDO UN BAMBINO MUORE K2_UNPUBLISHED
È morto e non doveva accadere. Elvis è morto, addormentato dalle esalazioni di un braciere usato per riscaldarsi. Con lui è morto anche il suo sogno di bambino: fare da grande l’ingegnere. E chi può dire, cosa avrebbe potuto realizzare da grande? Una cosa è certa: quando un bambino muore, un pezzo di futuro è tolto all’umanità. Quindi a noi tutti.
E allora oggi siamo più poveri, perché ci manca Elvis e il suo sorriso; e siamo anche più colpevoli dell’altro ieri, perché abbiamo permesso che accadesse. Povera ma dignitosa è stata definita la mamma di Elvis. E certo, tante volte, la povertà più vera, è quella che resta nascosta ai nostri occhi. Magari è la povertà del nostro vicino di pianerottolo, quello che incontriamo ogni giorno, quello che ci saluta, quello che in qualche modo fa parte del nostro quotidiano e che noi non sappiamo comprendere. Allora è decisivo saper aprire gli occhi, farci più attenti, a cominciare proprio dalle persone che ci sono più prossime, senza per questo dimenticare tutte le altre. In ogni città, in ogni quartiere, in ogni via, esistono persone che faticano a vivere. È necessario avere un cuore grande, uno sguardo acuto e tanta voglia d’impegnarsi. Da soli possiamo probabilmente molto poco; assieme agli altri, possiamo cambiare il mondo. Bisogna crederci; bisogna spendersi; bisogna agire, lasciandosi guidare dal desiderio di offrire la possibilità, a tutti gli Elvis del mondo, di poter vivere una vita dignitosa e di poter realizzare i sogni che si portano nel cuore. Soltanto questo ci farà umani fino in fondo.