
Piergiorgio
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Ricevi le notifiche via email quando un nuovo intervento viene aggiunto in questo blog.COME E' UMANO LEI! K2_UNPUBLISHED
Non esiste notte tanto lunga che impedisca al sole di risorgere, afferma un anonimo. E certamente è vero; o almeno, è quanto ci dice l’esperienza. Però è altrettanto indubbio, così mi pare, che stiamo precipitando in una notte della quale è molto difficile stabilire a priori la durata. Nonno Battista, classe 1988, raccontava di come un suo compagno di lavoro, in gioventù, fosse stato licenziato in tronco, soltanto perché ebbe l’improntitudine di guardare l’orologio.
PADRONI D'ITALIA K2_UNPUBLISHED
Potrebbe essere un suggerimento; una proposta, di questi tempi nei quali tutti ne avanzano qualcuna. Perché non cambiare le parole dell’inno nazionale? Non più, fratelli d’Italia, ma padroni d’Italia. Non pare anche a voi che quelle parole- fratelli d’Italia, appunto - siano ormai datate, come lo è la nostra Costituzione, a giudizio di Berlusconi? La fratellanza, la sonorità, infatti, presuppongono un’uguaglianza: di diritti, di doveri, di regole condivise, di valori fondanti.
IL PREZZO DELLA PACE K2_UNPUBLISHED
Dieci o diciannove che siano i morti, sono sempre tanti; troppi. Anche se ci fosse stato un solo morto, sarebbe di troppo. Troveranno certamente anche della giustificazioni a quanto avvenuto, e questa sarà l’ennesima dimostrazione che il potere, qualunque esso sia, non accetta mai di mettersi in discussione. I pacifisti, o meglio, quanti lottano attivamente per cercare di lacerare il velo dell’ipocrisia che tante volte e in tante parti del globo terrestre cerca di nascondere le innumerevoli ingiustizie che si consumano quotidianamente, sono tutt’al più tollerati, se e in quanto se ne stanno buoni, buoni e si limitano a qualche manifestazione di circostanza.
LA CINA E' VICINA? K2_UNPUBLISHED
Dove stiamo andando? Chissà quanti italiani se lo stanno domandando, e quanti, al contrario, nemmeno si pongono il problema. A me pare che stiamo scivolando lentamente e inesorabilmente verso una forma di regime. Immagino che non ci sveglieremo con i carri armati per le strade; oggi non si usa più, ma certamente in un paese nel quale non essere delle persone lobotomizzate sarà sempre più un rarità.
CLANDESTINI? K2_UNPUBLISHED
.«I clandestini che non hanno un lavoro regolare, normalmente delinquono», sentenzia il sindaco di Milano, Letizia Moratti. Gli fa eco l’ineffabile ministro dell’interno Maroni, nonché Cavaliere del Sacro Ordine Piano, quale «cattolico di distintissima condizione» (Corriere della sera 14 ottobre 2008) che afferma che bisogna «potenziare il binomio sicurezza integrazione», portando come esempio riuscito, quanto fatto a Verona dal sindaco Tosi. Lor signori, però, dovrebbero avere anche la decenza di ricordare che a trasformare in reato una condizione soggettiva, che non significa affatto, ipso facto, essere dei delinquenti, sono stati proprio loro; questo governo. E forse farebbero bene, oltre a sbandierare la riuscita lotta agli sbarchi di disperati sulle nostre coste, (90% in meno secondo il Viminale) nascondendo all’opinione pubblica che cosa significa per quei poveri cristi essere rispediti in Libia senza nessuna tutela; cosa accade a tanti immigrati, per molti anni regolari, che all’improvviso perdendo il permesso di soggiorno, finiscono prima in carcere e poi nei CIE (centri d’identificazione ed espulsione).
MORS TUA VITA MEA K2_UNPUBLISHED
Non sono un economista; non me ne intendo di borse, di quotazioni, di titoli, investimenti e quant’altro. Mi pare però abbastanza evidente che quello che emerge in questo momento, attorno al nodo costituito dalla crisi in cui versa la Grecia, (ora anche del Portogallo e poi chissà di chi altro), sia soprattutto la mancanza di una politica dell’Europa realmente solidale. Quelli che si manifestano, sono gli egoismi nazionali, che la moneta unica, e lo si sapeva, non può più mascherare. Ci sono analisti che si spingono a immaginare possibili scenari piuttosto cupi: quali l’istituzione di due monete diverse: una per i paesi più “virtuosi” e un’altra per quelli che portano le “pezze al culo”, fra i quali annoverano pure l’Italia.
LA STORIA MAESTRA DI VITA? K2_UNPUBLISHED
Se già a partire dalle elementari, a storia, avessero usato come materia di studio le tante lettere scritte dai condannati a morte, durante la resistenza al nazifascismo, probabilmente oggi non staremmo qui a condannare quanto scritto dal presidente della provincia di Salerno, Edmondo Cirielli. Ma si sa, purtroppo, quanto sofferto da tanti, troppi italiani a causa della dittatura fascista prima, e della guerra poi, non è diventato patrimonio comune. Così ciascuno si sente libero di declinare i valori che hanno spinto migliaia di persone, spesso giovanissime, a fare scelte che hanno significato frequentemente la perdita della propria vita, come meglio crede.
SE IL BUONGIORNO SI VEDE DAL MATTINO K2_UNPUBLISHED
Riforme? Tante volte ho l’impressione che se ne parli tanto per riempire il vuoto che ci attornia. Vuoto di idee e di pensiero; vuoto di azioni, di responsabilità, di lungimiranza. La politica in Italia, fatte salve le poche debite eccezioni, che pure ci sono, naviga più o meno a vista, oppure su rotte fatte da corposi interessi. E fra gli interessi che prevalgono in questo momento, ci sono, senza alcun dubbio, quelli del signor S., che sono mastodontici. A fargli da reggipancia, però è difficile dire con qualche certezza chi è il reggitore e chi colui che è retto in questo momento, ci sono quelli della Lega.
Un gran matrimonio d’interessi al quale l’unico soggetto non invitato è il bene comune. E già, perché di questi tempi, mica è di moda. Cosa importa a lor signori dei disoccupati, di chi fatica ad arrivare a fine mese, degli immigrati, dei rom, delle persone più svantaggiate? Un accidente di niente. E ancor meno importano i diritti, una giustizia davvero equa, giusta; il rispetto delle regole, della Costituzione. L’equilibrio fra i poteri dello stato. E via elencando. Assicurarsi un potere senza condizionamenti, imporre il proprio punto di vista; possibilmente non avere oppositori, se non di facciata, per salvaguardare in qualche modo le apparenze. Questo mi pare il quadro che si materializza all’orizzonte. Insomma, niente di buono. Con quanto ci hanno cucinato in tutti questi anni, a voi ispirano qualche fiducia? “Tre anni per cambiare Italia” affermano pomposamente, sull’onda della non sconfitta alle recenti elezioni regionali. Se il buongiorno si vede dal mattino, ( il legittimo impedimento, tanto per citare l’ultimo provvedimento) che Dio ci scampi e che il popolo italiano impari rapidamente ad essere meno bue.
BUONA PASQUA K2_UNPUBLISHED
«Da mezzogiorno alle tre del pomeriggio». Ecco le sponde che delimitano il fiume delle lacrime umane, scriveva il compianto don Tonino Bello, e proseguiva: «Ecco le saracinesche che comprimono in spazi circoscritti tutti i rantoli della terra. Ecco le barriere entro cui si consumano tutte le agonie dei figli dell’uomo. «Da mezzogiorno alle tre del pomeriggio», solo allora è consentita la sosta del Golgota. Una permanenza più lunga sarà considerata abusiva anche da Dio…»
Oggi è il giorno della gioia che annuncia la verità di tutto questo e che però impegna anche tutti, e ciascuno di noi, a schiodare tutti i crocifissi della storia. Se pensassimo, al contrario, che l’annuncio della Risurrezione che già albeggia all’orizzonte, fosse una semplice egoistica consolazione individuale che non presuppone alcun impegno, beh allora saremmo davvero da compatire. La speranza, che come luce feconda brilla nei nostri cuori, tante volte smarriti, timorosi, possa aprire le nostre mani al gesto capace di accarezzare chi vive nella tristezza e nel dolore; a pronunciare parole di consolazione, di perdono, di incoraggiamento; a saper vedere e denunciare ogni ingiustizia; a muovere i nostri passi incontro all’altro per riconoscerlo ed abbracciarlo; a costruire percorsi di convivialità e di pace. Allora buona Pasqua ai miei quattro lettori, perché possano compiere questo passaggio verso un’umanità profonda, piena, capace di renderli davvero servi verso tutti perché Signori.
SAN ROMERO D'AMERICA K2_UNPUBLISHED
Sono passati trent’anni da quello sparo (24 marzo 1980) che ha messo fine all’esistenza terrena di monsignor Oscar Romero, ma il vescovo salvadoregno è più vivo che mai nella coscienza e nel cuore di milioni di persone che guardano a lui come esempio di pastore che si è fatto popolo; che ha ascoltato il grido di quanti erano stati affidati alla sua cura pastorale; che come il pastore bello del Vangelo, ha saputo dare la sua vita per le sue pecore. Nel cuore e nella coscienza di milioni di cristiani, è san Romero d’America da tempo. Soltanto nella “prudenza” tutta curiale di una Chiesa gerarchica più abituata a fornicare con i potenti che a lasciarsi interrogare dalle istanze di liberazione che salgono dagli strati più umili e poveri del mondo, il mite vescovo Romero può ancora suscitare timore; forse paura.