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Ultima modifica Domenica 24 Aprile 2011 08:07
11 set 2010
FARE MEMORIA
Scritto da Piergiorgio |
Letto 3599 volte | Pubblicato in Il mio blog
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Questo articolo lo riprendo dal blog Vino nuovo. Sono stralci di una riflessione di Bill Tammeus - un predicatore presbiteriano che nell'attentato alle Torri Gemelle ha perso un nipote di 31 anni. Il testo completo è stato pubblicato sul sito del National Catholic Reporter. Mi pare una riflessione significativa e attuale. Anche per noi italiani.

 «Sto vivendo questo nono anniversario dell'11 settembre in maniera molto più sofferta rispetto a tutti gli otto che lo hanno preceduto. Per la mia famiglia ogni 11 settembre è un'esperienza lacerante, dal momento che un mio nipote di 31 anni, il figlio di una delle mie tre sorelle, era a bordo dell'American Flight 11 - il primo aereo che si è schiantato contro il World Trade Center. Karleton Fyfe era semplicemente un giovane e straordinario marito, padre (sua moglie aspettava il secondo figlio quando lui è morto), figlio, fratello, cugino, nipote, amico e professionista. Quindi ogni 11 settembre quella ferita si riapre. Quest'anno, però, sembra particolarmente dolorosa per via della disputa sull'opportunità o meno di aprire un centro islamico vicino a Ground Zero a New York. Questa disputa ci ha fatto scoprire la realtà inquietante di un numero crescente di americani che nutre una paura irrazionale nei confronti dell'islam. Si comportano come se un'intera religione avesse attaccato gli Stati Uniti quel giorno maledetto. (...) Noi americani - un popolo tra i più religiosi al mondo - dobbiamo riconoscere la tragica ironia della nostra ignoranza non solo su che cosa sia l'islam, ma anche su che cosa sia la religione in generale. Questa caparbio e autoproducente sapere-di-nulla è una delle ragioni che ha portato lo studioso di scienze religiose Stephen Prothero nel 2007 a intitolare un suo libro «L'abc della religione: ciò che ogni americano dovrebbe sapere (e invece non sa)». E ciò a cui la nostra ignoranza individuale e collettiva porta è il pregiudizio e la paura, esattamente come ieri nella storia americana l'ignoranza nei confronti del cattolicesimo produceva gli stessi risultati - per non parlare della violenza (...) Oggi un buon 25 per cento degli americani sostiene che le autorità locali dovrebbero impedire la costruzione di moschee semplicemente perché non le vogliono. Spero che la prossima volta che sentirete questo genere di notizie penserete anche al fatto che l'America è stata capace di andare oltre la sua denigrazione del cattolicesimo promossa dai protestanti e oltre i pregiudizi anti-ebraici promossi dai cristiani in generale. Questa storia finalmente riconciliata mi fa sperare che, con il tempo, gli americani capiranno che il nemico non è l'islam, ma gli estremisti che pretendono di parlare a nome dell'islam. Esattamente come noi capiamo subito che nel 2009 a Wichita non è stato il cristianesimo ad uccidere il medico abortista George Tiller, ma un uomo che ha agito in maniera selvaggia calpestando ciò che il messaggio cristiano insegna. Quindi - in questo 11 settembre - io continuo a piangere la morte di mio nipote, ma piango anche a causa dell'odio anti-islamico che trovo nel cuore di alcuni americani. Ma il mio non è comunque il pianto di chi non ha più alcuna speranza.»

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