Confesso che faccio una certa fatica a unirmi ai festeggiamenti per il tuo 150° compleanno, caro Paese mio. E non perché non meriti essere festeggiato. Sono orgoglioso di essere italiano, ma allo stesso tempo non mi sento né mai mi sono sentito nazionalista. Al contrario, amo questo mio paese che mi ha dato i natali, proprio perché ho ricevuto da tanti suoi spiriti illuminati una coscienza mondiale e di appartenenza all’intera umanità. Amo il tricolore, ma non quello delle parate militari e neanche quello strumentalizzato in uso sui campi di calcio. Amo i colori della bandiera italiana perché mi ricordano persone e cose che l’hanno fatta bella nel corso degli anni e tutt’ora la rendono attraente per tanti nel mondo.
Amo un po’ meno l’inno nazionale, anche se il grande Benigni ce lo ha saputo tradurre in modo memorabile. Non amo per niente gagliardetti e fanfare militari perché vorrei che non avessimo alcun esercito, ma semmai corpi volontari di pace. Rispetto i vari personaggi storici del nostro Risorgimento, però amo quanti in quel periodo storico hanno lottato per l’unità del nostro Paese senza ricorrere alle armi, pagando di persona. Insomma se devo scegliere fra Garibaldi e Silvio Pellico, le mie preferenze vanno a quest’ultimo. E poi amo i tanti anonimi che hanno costruito la grandezza dell’Italia attraverso il lavoro quotidiano, senza salire mai alla ribalta, in ogni campo. Amo le migliaia di persone che hanno dato un volto al nostro Paese, attraverso le lotte contadine, operaie e sindacali e ai milioni di nostri connazionali che hanno dovuto intraprendere la via dell’emigrazione, facendosi onore in tanti altri paesi nel mondo, perché qui, la vita, per loro, era troppo grama. Amo quanti hanno contribuito a liberare l’Italia dal nazi-fascismo, magari dovendo imbracciare con riluttanza le armi, o facendolo attraverso altre forme di resistenza e donandoci un paese libero e democratico, con una Costituzione che è fra le più belle del mondo. Amo quanti hanno ricostruito il nostro paese, dopo le macerie prodotte dalla 2 guerra mondiale, senza badare a interessi personale, ma operando per il bene comune. Amo quanti nel campo letterario, scientifico, sociale, politico, religioso, hanno contribuito a fare dell’Italia un paese ricco di umanità e di senso civico. Amo quanti per fare questo hanno pagato e pagano tutt’ora di persona, con la morte, o con il disprezzo, la calunnia, le persecuzioni più varie. Amo quanti si impegnano in ogni ambito a favore degli altri, della verità e della giustizia. Che non fanno calcoli di utilità personale, che non si credono indispensabili. Amo gli italiani che quotidianamente tirano la carretta, senza sentirsi per questo degli eroi e che non avranno mai un monumento, una lapide ricordo, che non saranno mai citati sui libri di storia. Amo il paesaggio così vario, la cucina tradizionale, i dialetti, la cultura di ogni regione; il carattere particolare di ogni territorio. Amo, dell’Italia, la sua varietà e la sua capacità di rimanere unita nelle cose che contano davvero. Spero che ai nostri figli sia riservato un futuro migliore del presente; che il popolo italiano possa sentirsi tale, avendo dentro di sé tutti i colori della pelle delle diverse etnie che la vanno ricomponendo, dei diversi credo religiosi, dei diversi modi di amare. Allora, con questo spirito, dico: buon giorno, Italia; buon compleanno.