
Piergiorgio
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A parole tutti sono contro la guerra. A parole, perché poi in realtà, e i fatti sono lì a dimostrarlo, non è affatto così. Magari non ne sono del tutto persuasi con le “migliori” intenzioni, in realtà perché atavicamente convinti che l’uso della forza sia di gran lunga più efficiente e più efficace per dirimere i conflitti che sono, è del tutto evidente, inevitabili nella vita dei popoli e delle persone.
ENDORSEMENT AL METODO K2_UNPUBLISHED
In un momento in cui la politica, anche qui da noi, dove si appresta a mettere in scena vecchi e stanchi rituali, pare non essere in grado di parlare un linguaggio nuovo capace di riscaldare i cuori, sollecitare alla partecipazione, mettere in campo una visione alta e altra di futuro, muovendo dal presupposto che è il fare assieme ciò che davvero può cambiare lo stato delle cose,
Settembre amaro K2_UNPUBLISHED
Le colline che scrutano il Mediterraneo,
in questo settembre amaro,
non scorgono più ponti che uniscono territori,
culla di civiltà.
Osservano sgomente
alzarsi nuvoloni neri;
bandi, bestemmie di guerra,
oltraggi e imprecazioni.
In basso, urla di dolore,
sono asfissiate coi gas.
Danza la morte con macabri movenze,
sopra un’umanità confusa; incerta e frastornata.
Spetta a tutti noi frantumare
il vecchio stanco refrain
di guerre umanitarie…
Ritessere relazioni
riprendere a parlarsi,
guardandosi negli occhi,
anche tra nemici giurati,
è cammino di umanità.
RULLO DI TAMBURI K2_UNPUBLISHED
Ci risiamo! Ancora una volta è un rullar di tamburi, proclami minacciosi, scintillare di sciabole in nome di esigenze umanitarie. Nel segno apparente di una luciferina miopia politica, in realtà per ragioni geopolitiche inconfessabili, ci si prepara all’ennesima guerra “umanitaria”.
L’ARROGANZA DEI POTENTI K2_UNPUBLISHED
Davvero non c’è alcun limite all’arroganza e alla sfacciataggine di talune persone. Ed è altrettanto vero che per costoro vale l’ affermazione che per i potenti la legge si interpreta e per i poveracci la si applica.
Siria K2_UNPUBLISHED
Dalle gole degli asfissiati dal gas
escono solo parole strozzate
a invocare un aiuto che nessuno può dare,
mentre i corpi si agitano in spasmi irriflessi
e le mani graffiano l’aria che non può arrivare
ai polmoni.
Gli occhi appannati forse invocano un Dio
che non può più salvare,
e che è muto,
calpestato dallo stesso dolore.
Chi ha armato le menti, le mani
del boia?
E per quale ragione,
se può esisterne una?
Gli innocenti, anche ora,
sono i soli a pagare.
LA PAROLA ALLE ARMI K2_UNPUBLISHED
Quando la parola cede il posto alle armi, è la sconfitta della ragione, e tutto quello che prima poteva essere visto secondo le gradazioni più sfumate che la realtà impone in qualche modo di vedere, finisce per trasformarsi inevitabilmente in bianco e nero. Da parte dei contendenti tutto è trasformato in torto o ragioni senza più la capacità, e forse neanche più il desiderio, di cercare possibili punti di mediazione.
BALLATA DI POVERA GENTE K2_UNPUBLISHED
Pare che il picco del caldo sia ormai alle nostre spalle; si segnalano in arrivo temporali e un calo delle temperature. Questo a livello metereologico, perché in campo politico, al contrario, è realistico aspettarsi, accanto a probabili temporali, anche un aumento della temperatura. E se questo fosse dovuto a discussioni e confronti serrati su problemi reali e urgenti che vivono la maggior parte delle persone, specialmente le tante che si trovano in difficoltà di ordine economico e sociale, sarebbe sintomo di sano dibattito e dinamismo.
L’ITALIA CHE VOGLIAMO K2_UNPUBLISHED
Non gli riesce nemmeno questa volta, fare l’unica cosa che lo avrebbe in parte, forse, rivalutato anche agli occhi degli avversari: tacere. E come avrebbe potuto, lui che dei vaniloqui aveva fatto il suo dominus? Se umanamente è comprensibile che pure un reo confesso avanzi per se stesso delle attenuanti, a un uomo pubblico, a un politico, ad uno statista (visto che è di tale appellativo che si ammanta e lo fregiano i suoi immarcescibili supporter), si adirebbe maggiore misura.
HANNO ANCHE LA TV K2_UNPUBLISHED
Quante volte capita di sentire questa affermazione da parte di tanta gente comune, parlando di carcerati, quasi che poter guardare qualche programma televisivo sia segno di chissà quale concessione nei confronti di persone che si ritiene non paghino a sufficienza i loro errori mediante la detenzione. Il fatto vero è che la maggior parte della gente non conosce realmente quali siano le condizioni di vita in carcere e probabilmente neanche se ne cura più di tanto, ritenendo che non la riguardi.