Si stanno aprendo i giochi, o meglio, sono già incorso, per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica Italiana. Gli interessi in gioco sono molteplici, per gran parte celati all’opinione pubblica.
Da più parti sento dire che il nuovo Presidente dovrebbe essere una persona super partes, quasi che vivessimo in una realtà sociale nella quale non siano presenti interessi contrapposti. Cosa significa super partes? Mancanza di visione, d’idea, di collocazione rispetto ai tanti problemi sul tappetto? Dietro una simile pretesa si nasconde l’amara realtà di chi vorrebbe, in realtà, una personalità schierata con gli interessi di quanti detengono il potere reale: potere economico e politico di decidere del destino di tutti. Se questo è quanto richiesto da chi vorrebbe un Presidente super partes, allora io rivendico il diritto di volerlo di parte: dalla parte dei deboli, degli esclusi, di quanti faticano ad arrivare alla fine del mese, di quanti sono osteggiati, discriminati. Vorrei che il nuovo Presidente della repubblica, possibilmente donna, fosse una persona onesta, senza scheletri negli armadi, di provata moralità e di grande cultura istituzionale. Vorrei che fosse un difensore convinto della Costituzione, per niente disponibile a sottostare a ricatti di alcun genere, capace di scontentare i poteri costituiti, e quindi quanti, eleggendolo, pensavano di farne un loro servitore e che desse prova concreta, tangibile, immediata di voler rinunciare a tutti quei privilegi che la funzione gli concede, divenuti nel tempo incomprensibili alla maggior parte delle persone. Insomma vorrei fosse una persona semplice, profondamente umana e normale, testimone di un modo nuovo, concreto, di svolgere il servizio richiestogli. Forse è soltanto un sogno il mio, come quello di tanti altri, ma è sempre possibile che la storia ci riservi qualche sorpresa. Spelarlo non è da ingenui. Almeno credo.