201 Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all'alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. 2Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna.
3Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, 4e disse loro: "Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò". 5Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. 6Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: "Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?". 7Gli risposero: "Perché nessuno ci ha presi a giornata". Ed egli disse loro: "Andate anche voi nella vigna".
8Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: "Chiama i lavoratori e da' loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi". 9Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. 10Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch'essi ricevettero ciascuno un denaro. 11Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone 12dicendo: "Questi ultimi hanno lavorato un'ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo". 13Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: "Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? 14Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest'ultimo quanto a te: 15non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?". 16Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi".
Diciamocelo con franchezza, che Dio sia buon con tutti, ma proprio tutti, non ci sta bene e allora ecco che assegniamo anche a lui quei tratti odiosi che appartengono soltanto a noi e che rivestiamo di giustizia, termine con il quale giustifichiamo l’ingiustificabile. Il nostro voler bene non è mai a fondo perduto, né guarda ai bisogni, alle necessità di chi è “oggetto” del nostro voler bene, ma a quanto ce ne viene in termini di gratificazione o di ricompensa. Insomma, se noi vogliamo bene a qualcuno ci aspettiamo quanto meno che ci venga riconosciuto e ci attendiamo pure di essere lodati e riveriti. Mi torna alla memoria questo piccolo aneddoto. Un giorno don Dante (fondatore del Punto d’Incontro di Trento, casa di accoglienza per senza dimora) fu fermato per via da una signora che gli disse, quasi in tono di rimprovero, che non era giusto che desse da mangiare a un certo barbone perché… era un bestemmiatore. Don Dante rispose alla signora che lui a quel tale dava da mangiare perché aveva fame. Credo sia un buon commento al brano evangelico odierno.