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24 apr 2024
Chi vede me, vede colui che mi ha mandato Gv 12,44-50
Scritto da Piergiorgio |
Letto 26 volte | Pubblicato in Sulla tua parola
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In quel tempo, Gesù esclamò: «Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato.

Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre. Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo. Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho detto lo condannerà nell'ultimo giorno. Perché io non ho parlato da me stesso, ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha ordinato lui di che cosa parlare e che cosa devo dire. E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me».

Quante false rappresentazioni ci facciamo di Dio! Dio per altro è un nome generico per indicare la divinità che può andare bene a chiunque, ma non è sufficiente per il cristiano. Il cristiano sa che per parlare di quel mistero d’amore che definiamo genericamente Dio ha un unico modo: guardare al Cristo, a quell’ebreo marginale di nome Gesù che ne ha dato la spiegazione attraverso la sua parola e la sua vita. Questo riporta inevitabilmente con i piedi per terra chiunque volesse alzarsi in voli pindarici per parlarne. Gesù ce lo ha rivelato attraverso la sua eccezionale umanità. È questa sua umanità che ci rivela l’essenza della divinità, ciò che di essa possiamo capire e ciò che siamo chiamati ad essere e a diventare. Più ci umanizziamo e più conseguiamo quell’immagine e somiglianza alla quale siamo chiamati e che sta all’origine del progetto di Dio su di noi terrestri.

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