Share to Facebook Share to Twitter Share to Linkedin 

trad

Articoli più letti

02-05-2009

NON RIESCO A RASSEGNARMI

Miguel, è un nome che suona dolce come un claves. E tu eri una persona...

03-05-2009

SOLTANTO BARBARIE

  Cara Delara Darabi, io non so se tu eri colpevole come ti sare...

18-05-2009

ERA SOLTANTO UN SOGNO

Il barcone veleggiava, sì fa per dire, verso le coste africa...

06-06-2009

LO SPORT PREFERITO

Ci vuole un genio per fare le vere domande- diceva Oscar Wilde- e non ...

Piergiorgio

Piergiorgio

K2_EMAIL: Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.
0 iscritti

Iscrizione al blog

Ricevi le notifiche via email quando un nuovo intervento viene aggiunto in questo blog.
K2_DATE_FORMAT_LC2

Con-dividere K2_UNPUBLISHED

Dividere- con:

con te

con lui

con quelli fuori

e quelli dentro.

Far parti uguali,

al tavolo della fraternità.

Partecipare il pane

il companatico

il vino della gioia.

Spartire l’’amicizia

l’ affetto;

far storia assieme,

portando le fatiche spalla, spalla,

assieme alla speranza.

Nessuno sopra,

nessuno sotto.

Ognuno a fianco all’altro

e tu, Signore, in mezzo,

come ai banchetti

della tua vita.

Là dove ti confondevi

con peccatori noti

e prostitute,

manifestando,

del Padre tuo,

l’eterna grazia,

il volto ignoto,

d’ineffabile misericordia,

bontà sovrana.

K2_DATE_FORMAT_LC2

Dialogo (per la tragedia di Stava) K2_UNPUBLISHED

E’ passata la morte.

La nera signora

ha falciato ogni cosa:

silenzio assoluto,

pianto sommesso,

strazio nel cuore.

E’ passata la morte.

-Dov’eri, Signore,

quando stavamo per prender  ristoro,

finire il passeggio, terminare il lavoro?-

Avevamo negli occhi

i volti più cari

ed è passata la morte.

-Dov’eri, Signore,

quando il buio ci avvolse,

improvviso silenzio,

angoscia, terrore,

e a decine venimmo strappati,

travolti, rapiti?-

C’era sole là in cielo

ed è passata la morte.

-Dov’eri, tu, uomo,

quando distruggevi e inquinavi,

quando solo il profitto cercavi,

e il guadagno era il tuo solo tesoro?

Preparavi un sentiero fiorito

alla morte.

Dov’eri?

Perché solo ora ricordi e mi invochi?

Son sepolto anch’io  assieme a loro:

non è il fango a coprirmi,

ma il tuo grande egoismo.-

-Perdona… Signore; perdona!

K2_DATE_FORMAT_LC2

Semplicemente uomo K2_UNPUBLISHED

Sono

uomo pauroso

piccolo

vile.

Eppure io non dispero,

perché mi sento amato,

da te, Signore,

per ciò che sono.

Ferito,

mi raccogli.

I graffi miei, tu li conosci:

i passi incerti,

i tentativi,

le mille cadute.

E se coerenza o eroismo,

io cerco,

tu non ne vedi…

Mi vedi con il vestito

fatto da te;

quello più bello:

mi vedi nudo.

Mentre tramonta il giorno,

avanzi felice;

fra i pruni mi hai trovato,

mi issi in spalla,

no, non perdermi più.

Terra riarsa,

dimenticata,

come il sudore antico

che ti rese fertile,

nella pochezza del raccolto.

Zolle rinsecchite,

trascurate,

e qualche sperduto fiore

che annuncia primavera.

Io,

piccolo grumo di niente,

solitario,

a calpestar sentieri cancellati

persino nel ricordo

Silenzio,

pieno di voci amiche,

che si rincorrono in pensieri,

nitidi come l’alba.

Giorni pieni di vita,

di povertà vissuta

con dignità.

Vita chiassosa a volte;

tal altra,

più sonnacchiosa,

come i meriggi infiniti

dell’estate.

Ed io,

bambino taciturno

ed incantato,

di quel frusciar

di vita…

La Pace,

è questo silenzio palpabile…

È come carezza tenera;

presenza umana, qui,

del mio Dio.

K2_DATE_FORMAT_LC2

Mille presenze… il tuo volto K2_UNPUBLISHED

Luce,

caldo accogliente,

come carezza

che toglie il gelo di dosso

la sera.

Presenze vive,

affettuose,

che danno sicurezza.

Volti vicini,

eppur lontani,

ma nel ricordo vivi.

È dono partecipato

e ridonato ancora,

perché la vita si rinnovi,

ora.

Il tuo volto, Signore:

mille presenze.

Mille presenze:

il tuo volto, Signore.

Ed io bambino,

io cresciuto,

io finalmente libero.

E tu, mio Volto,

tu, mia Pace,

tu, mio Determinante,

che mai, mi sarà tolto.

K2_DATE_FORMAT_LC2

Solitudine K2_UNPUBLISHED

Compagna fedele di giorni

passati,

sei tornata!

Nel silenzio

mi avvolge il tuo abbraccio…,

ora sei la signora

di casa.

Siedi accanto,

ma sei muta.

Il tuo volto è invecchiato;

eppure non è brutto,

come nei giorni passati,

quando,

tra la nebbia del pianto,

ti gridavo: non voglio!

Tu mi hai tolto gli affetti.

Li hai rubati per sempre?

Nel silenzio ripenso…;

piango un pianto sommesso.

All’Amore rivado,

a quello che ho sempre cercato:

desiderio

follia

ricerca  e tormento,

storia

speranza.

Ora mi guardi,

sorridi;

fai un cenno con gli occhi.

È  di Lui che sei ancella.

Lo capisco… qui dentro.

K2_DATE_FORMAT_LC2

Preghiera nuda K2_UNPUBLISHED

È vuota la casa

ove risuonano, ancora,

voci a me care.

È enorme

questo silenzio sospeso

come attesa senza respiro.

Ascolto

una risposta sperata,

ma è muto il telefono,

resta chiusa la porta

d’ingresso

Non voglio chiudere il cuore.

Veglierò nell’attesa

del giorno che viene

Tu, Signore,

dai speranza, se vuoi.

E donami sempre

e ancora di amare

K2_DATE_FORMAT_LC2

Marzo K2_UNPUBLISHED

La neve cedeva un po’ del suo manto

alla terra;

anche il ghiaccio,

ma solo qualche angolo spiccio

baciato dal sole:

quel tanto da farmi sognare.

 

Ascoltavo, rapito,

mormorio di ruscelli rabberciati,

che righiacciavano a sera,

tornando silenti,

ammutoliti dal freddo.

 

Sentinelle indolenti,

annunciavano, pigramente,

primavera.

 

E già correvo a perdifiato

sui prati.

 

I capelli arruffati dal vento,

negli occhi la luce del sole

tornatomi amico,

nel cuore la gioia

repressa già a lungo,

negli orecchi, gorgheggio d’uccelli

innamorati

 

La terra, ridestata alla vita,

ricominciava sanguigna;

veloce;

colorata;

impetuosa.

…E io tornavo, nuovamente, monello.

K2_DATE_FORMAT_LC2

Galupo K2_UNPUBLISHED

Il tuo incedere

solenne,

le penne al vento,

quelle della coda,

e dietro,

come ancelle,

le galline,

dicevano di te

più del tuo nome.

Eri temibile

per noi cuccioli

d’uomo

e facevamo a gara

nel distrarti,

scompaginando

ogni giorno

il tuo cammino,

giocando a sorte

quale strada

fare,

per non incrociarti

sul sentiero,

portandoti

il mangime

che t’era ghiotto

A volte ci riusciva

la scommessa;

tal altra eri tu

che ci puntavi,

ferendoci

nel corpo

con tenzone

Poi venne il dì

dell’ultimo contrasto;

finisti a terra,

il collo torto,

con le galline

a piangerti

per morto.

Or timorose

per la loro sorte

non più difese,

com’ era

da gran tempo,

da quell’azzardo

minaccioso

in firmamento.

K2_DATE_FORMAT_LC2

Rivo K2_UNPUBLISHED

Scorrevi,

lento e giocoso,

all’ombra degli ontani,

là, in mezzo al prato;

ed io,

sulle tue sponde a cavalcioni,

gigante mi sentivo,

e un poco mago.

Dell’acque tue mi dissetavo,

cogliendole con mani sporche,

insudiciate per il gioco.

E in questo modo,

l’amicizia nostra,

io cementavo.

<< Inizio < Prec. 101 102 103 104 105 106 107 108 109 110 Succ. > Fine >>
Pagina 104 di 112

Contatti

Da:
Oggetto:
Nome:
Messaggio:
Please enter the following
 Help us prevent SPAM!

Accesso riservato

Copyright & Credits

I contenuti di questo sito non possono essere riprodotti, copiati, manipolati, pubblicati, trasferiti o caricati, con nessun mezzo, senza il consenso scritto dell'autore.

E' vietata l'utilizzazione, anche parziale, sia per scopi commerciali che no profit.

Chi avesse interesse ad usufruire di contenuti di questo sito è pregato di contattarmi.


Contatore visite

1942604
OggiOggi514
IeriIeri1125
Questa settimanaQuesta settimana2303
Questo meseQuesto mese1639
TuttiTutti1942604