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Piergiorgio

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Relizane (Algeria 3 gennaio 1998) K2_UNPUBLISHED

“Mi hanno calpestata,

dappertutto;

erano in tanti a farlo.

Poi mi hanno

colpita

al ventre

con ascia.

Non so come,

sono viva.”

Povera

inerme

sorella

Taos.

Sedici anni

son pochi,

per vivere tanta

tragedia.

Chi muove le menti

le mani,

chi il cuore

di tanto assassini?

E perché?

A chi giova

tanto sangue

versato

sull’altare del nulla

più assurdo;

corpi squarciati,

violati,

quasi fossero

bestie  al macello?

Algeria mattatoio

infinito!

Grido soffocato

due volte:

nel buio dagli assassini,

a occidente

dal silenzio interrotto

solo a tratti,

quando anche

il deserto più spoglio,

si fa grido

domanda

perché.

Poi,

cade ancora il silenzio,

come manto che copra

ogni cosa.

Fino al prossimo

Grido...

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Bambini di guerra K2_UNPUBLISHED

Non chiedermi perché,

non ho risposta.

Né ti so dire

se un’alba

sorgerà

senza cannone;

se mai sarà possibile

che giochi ancora.

Fermati e osserva:

riempiti di me

la mente e il cuore:

questo mio strazio

questo dolore

Poi, chiediti,

se ti sia lecito

chiamarti

fuori.

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26 agosto 1992 K2_UNPUBLISHED

Le lacrime

non bastano

per lenire le ferite.

Sono tanti,

i perché senza risposta.

In questo mezzogiorno, s’è fatto buio fitto;

… come al Calvario.

Il sole si è oscurato,

e muore ancora l’Uomo,

ogni figlio di Uomo:

Bosnia Erzegovina,

Serbia,

Somalia,

Iraq,

Sudan,

Afganistan…

Giù, giù fino a Rostoh,

nella inquieta e ricca

Germania.

Sono i Gòlgota di oggi.

……….

Si muore al Sud di oppressione e fame;

si muore al Nord

perché di altro colore.

Sequenze interminabili:

di sofferenze

di agonie

di morti.

Occhi innocenti

e muti

al cielo sono rivolti.

Giù nei Pretori,

si gioca ancora a carte;

si gioca su chi puntare.

Beffardi chiedono:

“Sono forse io, il custode di mio fratello?”

 

Cristo, che della storia sei Signore,

lascia il tuo cielo; lascialo e torna

a stare in  mezzo a noi.

A camminare lungo le nostre vie.

Per queste strade polverose e sfatte.

Oh Dio che liberi e rinnovi,

dona coraggio e forza

e fede ancora,

perché si faccian sangue e carne

a rifiorir la vita;

questa nostra povera vita,

questa che non abbiamo noi.

Ed il tuo Regno venga,

sempre ed anche ora.

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Via d’Amelio K2_UNPUBLISHED

Ti ha raccolto,

sono certo,

l’Amico.

Ti ha portato

con Lui

fin lassù.

Il mio pianto

non sa ancora d’antico,

ora si mescola

a quello dei più.

Questi poveri morti

sono nostri,

di noi tutti

rimasti quaggiù

E’ un giardino fiorito

quel che vedo,

con i semi piantati di fresco

Fiorirà quanto prima;

siamo in tanti

a volerlo

La violenza

futuro

non ha.

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Strage di Capaci (24 maggio 92) K2_UNPUBLISHED

“Se si crede in qualche cosa,

bisogna andare fino in fondo”

L’avevi detto tu;

… ed eri soltanto un uomo.

Che amava vivere.

Non certo eroe

o creatura altra;

soltanto un uomo.

Con una fede grande

da  spendere per noi.

I perdenti stanno altrove.

Sono quelli che hanno ucciso

togliendovi agli affetti;

quelli più cari.

Giovanni e Francesca,

Rocco con Vito e Antonio

sono nostri;

di noi tutti.

Lo strazio è grande;

ed è impresso,

come sigillo,

nei cuori.

Non basta il dolore;

serve cambiare

Giustizia è amore!

Ed ora a voi o sciagurati,

menti vili;

di morte ideatori!

A vomito vi venga

ogni potere

col sangue e con l’odio

acquisito.

Bruci col fuoco

ogni vostro festino.

Il vento disperda

ogni facile vostro

guadagno.

E questo fino a quando,

piegati in ginocchio,

toccati nel cuore,

a noi tutti

chiederete: perdono.

Il Cielo,

che è pur buono,

vi renda coscienti del male!

Vi liberi dagli idoli ciechi,

rinasca in voi l’Uomo

che avete nascosto

nel cuore.

Non rigettate l’offerta

che vi è data in quest’ora

di dolor di ciascuno.

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In morte di Giovanna K2_UNPUBLISHED

Tragica morte.

Chi può dire il dolore,

Giovanna,

per questo tuo immotivato

ammazzamento?

Che cercava, il tuo aggressore?

Cosa aveva nella testa,

quando ti ha

presa,

scaraventata per terra,

percossa,

violata,

ammazzata?

Come può una persona

arrivare a far questo?

Un dolore sì tanto,

ha bisogno di lacrime

-come torrenti-

per essere pianto;

e di raccolto silenzio.

Di giustizia, ha bisogno.

Ed invece è arrivata la solita,

stolida,

stupida,

belluina,

vendetta.

Inermi e innocenti;

come te, persone normali.

Hanno pagato

-pagato?-

il prezzo che si arrogano

tutti i mostri: stranieri o italiani.

 

Forse un timido raggio di sole,

resta ancora nel buio,

del momento presente:

il tuo sorriso; il coraggio di molti,

la volontà di un mondo migliore,

più umano, fraterno;

più vero.

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Hina K2_UNPUBLISHED

Un mostro ti ha morsa

sul collo,

azzannata come Vampiro.

Ti ha tolto,

assieme al respiro,

l’innocenza

di un sogno…

che era ancora

da sognare.

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Poveri K2_UNPUBLISHED

Dietro:

dietro

i tanti

rampanti.

Scansati:

scansati

da gente

che corre.

Blanditi:

blanditi

da vane

promesse.

Pescati:

pescati

sul fatto

ogni volta

Gettati:

gettati

dentro

patrie

galere.

Morti:

morti

perché

non amati.

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Accattone K2_UNPUBLISHED

Sotto il pippolino

del basco blu,

un poco rintanato

fra due baffi,

sta il tuo sorriso.

Nascondi in questo

e dentro il palmo

della mano

tesa furtiva,

quasi cortese,

a chi ti passa

accanto irriguardoso,

labile ombra

di un’esistenza

grama.

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Migranti K2_UNPUBLISHED

Come uccelli

spauriti

su un ramo,

stanno

dentro

le nostre

contrade,

aspettando

il dì

che verrà.

Altri nidi

han lasciato;

altre terre:

caldi affetti

speranze deluse

povertà

abbandoni

violenze.

Pieno è il cuore

di antico dolore.

Dentro

il petto una luce;

una pallida

luce li muove:

è futuro di pace

è domani

di altro colore

è speranza

di vita.

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