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Piergiorgio

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S. Lorenzo K2_UNPUBLISHED

Notte ammaliante,

favola che torna a narrarsi,

dentro l’oscurità che mi avvolge,

come abbraccio cercato

troppo a lungo.

 

La volta del cielo ha miriadi di occhi

stasera;

guardano stupiti la terra.

E poi osservano incuriositi

questa scaglia di niente; perdonabile,

che son io.

 

Il soffitto del mondo ora lacrima

lassù,

in alto:

sono scintille di gioia

che attraversano l’aria immota,

disperdendosi tutt’attorno.

 

Cerchi silenziosi di vuoto

mi cadono addosso dall’alto,

e si frangono,

prima ancora di toccar suolo.

 

Una musica erompe da dentro:

suono d’archi leggeri.

Sussurra, fluttua danzando,

come nebbia al mattino

 

Chiudo gli occhi.

Assaporo la Pace.

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Opčine K2_UNPUBLISHED

M’inebria profumo di tiglio,

stasera: intenso, quasi violento.

L’aria, non più immota,

mi accarezza leggera la pelle

Rosseggia il sole all’orizzonte,

ormai giunto al tramonto,

con bagliori di fuoco.

Disegna di nero

i contorni dei colli;

come schizzi di artista

affrettato,

mentre in cielo si addensano nubi

ferrigne,

che si apprestano a un pianto

dirotto.

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Kronos e Kairos K2_UNPUBLISHED

Titani nell’arena,

si affrontano in duello.

 

Kronos saltella, corre

È tutto un’agitazione.

Procede speditamente,

e non si volta indietro.

 

Kairos, quasi silente,

osserva;

vigila meditando.

 

La storia sospinge Kronos;

Kairos, la commenta e

Illustra.

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Domande K2_UNPUBLISHED

Martellano nel cuore

e anche nella testa.

Ci svegliano il mattino.

Ci seguono di notte

perfino dentro il letto:

non lasciano dormire.

Riguardano la vita;

gli affanni quotidiani;

il senso più profondo,

del nostro camminare.

Si intrecciano e si avvinghiano

parole,

invocazioni,

suppliche,

sussurri,

grida,

sorrisi,

lacrime,

che ci rimandano gli altri.

Quando si dipanano,

diventano racconto.

Assumono sembianze

che sono sempre umane.

Allora, si fanno luce;

talvolta.

Ma solo per un istante.

Però è quanto basta,

per continuare a vivere.

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Sorridi K2_UNPUBLISHED

Sorridi!

Sorridi, qualche volta.

Sorridi al nuovo giorno,

digli che gli vuoi bene,

dillo con i tuoi occhi,

anche se san di pianto.

Ti guarderà diverso;

ti offrirà occasioni

per dirti che non è inutile

il camminare ancora.

Il mondo è così ferito!

Lo siamo tutti quanti,

sembriamo degli automi,

che corrono dietro il nulla.

Gente che si strattona,

si pigia, si sorpassa

Ciascuno pare di fretta

e corre a più non posso;

per arrivare prima:

prima del suo vicino,

prima del famigliare,

prima dell’amico…

… prima, per arrivare…

Tu, fermati, fa’ una pausa;

respira profondamente

Tu fermati e sorridi;

sorridi anche di te stesso.

Sorridi al passante ignaro.

Sorridi a chi ti incrocia.

Sorridi a chi ti saluta.

Sorridi a chi ti ignora.

Sorridi anche all’antipatico.

Sorridi al fiore muto,

alla rondine che stride in alto.

Sorridi alla terra e all’acqua,

sorridi al filo d’erba;

sorridi anche alla lumaca

Sorridi alle stelle in cielo;

dai loro la buona notte:

risponderà la luna,

e un’eco in fondo al cuore.

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Silenzio K2_UNPUBLISHED

È come mare che increspa leggero

la sera;

come buio che sale dal suolo

e foggia la notte.

È giorno che si alza

al mattino;

stormire dolce

di fronde.

Sussurro portato

dal vento.

Parole d’amore,

approdate

all’orecchio.

Occhi che guardano dentro:

estatici, muti,

gioiosi.

Pace che narra

la vita

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Ode alla sigaretta K2_UNPUBLISHED

Mi pentirò,

lo so per certo,

chiedendo venia

a petto e cuore,

ma per intanto

continuerò a corteggiarti

come fai tu

a tutte le ore

È il tuo profumo

che mi risveglia,

dopo il caffè,

quando mi alzo

la mattina,

e  mi accompagna

per il giorno

fino a sera.

Tu sei suadente,

accattivante,

e sempre pronta

a dirmi si

in ogni frangente.

Non ti rifiuti mai,

non ti nascondi,

né accampi scuse

o tardi a farti viva

quando serve:

nel concitato attimo

immanente

od al contrario

pel beato attimo

fuggente.

In spire voluttuose

evanescenti,

avvolgi me,

il corpo mio,

e altra gente;

lasciandomi

con l’alito

ammorbante.

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Maternità K2_UNPUBLISHED

Cresceva ora, lentamente,

come si cresce il grano nella spiga,

quel grumo piccolo di vita,

che seminammo un giorno,

assieme,

nel tuo ventre;

come nasconde il seme dentro il solco,

l’autunno il contadino,

aspettando che  germogli a primavera.

E trasformavasi il tuo corpo giorno a giorno,

facendoti più bella;

di una bellezza nuova e misteriosa.

E dentro mutavamo anche noi due,

assieme alla creatura,

il cui volto ci era ignoto,

ma già amato tanto,

come il futuro nostro ancor sperato.

Io mi sentivo nuovo e forte molto,

accanto te che custodivi la sua vita,

come uno scrigno che racchiuda un gran tesoro.

Poi, venne al fine il giorno tanto atteso.

Fu con gran dolore per l’ evento,

che sbocciò, tra lacrime di gioia,

il tuo bambino

e figlio nostro.

 

Provai quel giorno un gran tormento,

accanto a te,

e una gran gioia.

Se ci ripenso, sento ancora, fremere di dentro,

la vita

come un grande sacramento.

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Amarti K2_UNPUBLISHED

Mi specchio nei tuoi occhi

e mi percuote un fremito,

che mi attraversa subito.

Abbandonato all’impeto,

dei baci tuoi più teneri,

traboccano i miei sensi,

come spumeggia il vino,

nei tini dell’autunno.

Sotto il mio corpo turgido,

tu ti modelli tutta.

Per me tu ti fai concava,

nido accogliente, umido.

Assieme dentro la nuvola,

di Fantasia  più fervida,

planiamo sopra prati:

vallate, colli, monti,

e poi cascate limpide;

fino a toccare il limite,

del desiderio puro.

Dentro, il tramonto or scende;

la pace è ormai raggiunta.

Ed è accogliente il perdersi,

in un abbraccio unico:

un corpo, un solo spirito;

un fiato, un sol pensiero.

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Estasi K2_UNPUBLISHED

…e perdermi

dentro

il tuo sguardo

or divenuto

limpido,

come acqua

di ruscello

garrulo.

La grazia

del tuo volto

illumina,

lo sguardo mio

più tenero;

e ti trafigge

l’anima.

Abbandonati

all’ impeto

della passione,

fremono

i nostro corpi

all’unisono;

e poi giacciamo

estatici.

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