Gv15,18-21
18 Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. 19 Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia.
20 Ricordatevi della parola che io vi ho detto: "Un servo non è più grande del suo padrone". Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. 21 Ma faranno a voi tutto questo a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato.
Nel mondo sono tante le realtà nelle quali i cristiani patiscono persecuzione per il solo fatto di essere cristiani. Quando però pensiamo alla persecuzione e all’odio nei confronti dei discepoli di Cristo, non dobbiamo necessariamente fare riferimento a quelle situazioni, a quei contesti. Può accadere anche nel nostro di mondo e se non siamo odiati e perseguitati qui nel nostro di mondo, la cosa dovrebbe interrogarci. Non perché per essere cristiani si debba per forza essere odiati, ma perché se non si è odiati dal mondo, e per mondo Gesù intende quel sistema di potere e valori che si oppone al suo Vangelo, è segno che con quel sistema e quei valori andiamo a braccetto, dando così una contro testimonianza. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi, assicura Gesù, perché non conoscono colui che mi ha mandato. Non conoscono il Padre, o lo rifiutano, preferendo adorare gli idoli ai quali si prostituiscono: successo, soldi, potere. Opponendosi a tutto questo, tramite una vita personale e comunitaria basata su valori alternativi, il meno che ci può capitare è di essere derisi e sbeffeggiati. Quando come chiesa, come comunità locale, siamo corteggiati e riveriti dai potenti e schivati dai poveri e dai perdenti, è il caso di farsi un bel esame di coscienza e chiedersi se stiamo testimoniando Gesù Cristo o noi stessi.