Share to Facebook Share to Twitter Share to Linkedin 

Articoli più letti

02-05-2009

NON RIESCO A RASSEGNARMI

Miguel, è un nome che suona dolce come un claves. E tu eri una persona...

03-05-2009

SOLTANTO BARBARIE

  Cara Delara Darabi, io non so se tu eri colpevole come ti sare...

18-05-2009

ERA SOLTANTO UN SOGNO

Il barcone veleggiava, sì fa per dire, verso le coste africa...

06-06-2009

LO SPORT PREFERITO

Ci vuole un genio per fare le vere domande- diceva Oscar Wilde- e non ...

Ultima modifica Venerdì 17 Aprile 2020 05:46
17 apr 2020
FIGLIOLI, NON AVETE NULLA DA MANGIARE?
Scritto da Piergiorgio |
Letto 3008 volte | Pubblicato in Sulla tua parola
Dimensione carattere Riduci grandezza carattere incrementa grandezza carattere
Valuta questo articolo
(0 voti)

Figlioli, non avete nulla da mangiare? (Gv 21,1-14)

211 Dopo questi fatti, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: 2 si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e altri due discepoli. 3 Disse loro Simon Pietro: "Io vado a pescare". Gli dissero: "Veniamo anche noi con te". Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.

4 Quando già era l'alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. 5 Gesù disse loro: "Figlioli, non avete nulla da mangiare?". Gli risposero: "No". 6 Allora egli disse loro: "Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete". La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. 7 Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: "È il Signore!". Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. 8 Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.

9 Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. 10 Disse loro Gesù: "Portate un po' del pesce che avete preso ora". 11 Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. 12 Gesù disse loro: "Venite a mangiare". E nessuno dei discepoli osava domandargli: "Chi sei?", perché sapevano bene che era il Signore. 13 Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. 14 Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.

Ancora discepoli delusi, tornati al lavoro consueto, quello che svolgevano prima di conoscere Gesù: pescare. Era il loro mestiere, ma quella volta è del tutto infruttuoso, come accade a noi quando siamo schiacciati dalla tristezza. Ed ecco che mentre stanno per tornare a riva notano qualcuno che li interpella con un appellativo affettuoso: figlioli. Si interessa della pesca inconcludente e li sprona a gettare ancora la rete, dando loro una indicazione precisa: gettatela dalla parte destra della barca e troverete. Basta questo perché il discepolo amato riconosca in quell’estraneo il Signore. Anche Pietro si getta in acqua per raggiungerlo appena comprende che è Gesù. La pesca questa volta si rivela molto favorevole. Giunti a riva i discepoli trovano un fuoco acceso con sopra del pane e del pesce. Gesù li invita ad aggiungere a quello che lui ha preparato un po’ del pesce preso da loro. È chiaro il riferimento eucaristico in questo episodio. Cos’è l’Eucarestia se non il banchetto che il Signore imbandisce per noi per rifocillarci, per darci nutrimento, per ridarci forza ed energia così da essere in grado di riprendere il cammino, che spesso è faticoso, calcando le sue orme? Il Signore si fa cibo per noi, però non vuole fare tutto da solo. Chiede che anche noi facciamo la nostra parte. Il pesce che chiede ai discepoli lo chiede anche a noi. Sono le nostre giornate, il nostro vissuto quotidiano scandito dall’amore per i fratelli. Non ha importanza se è poca cosa, però ci è richiesta. Se ci presentassimo al banchetto del Signore con le mani vuote a causa del nostro disimpegno, della nostra pigrizia, del nostro agire da egoisti o da indifferenti nei confronti del prossimo, non saremmo degni di sedere a mensa con il Signore.

1 iscritti

Iscrizione ai commenti

Ricevi le notifiche via email quando un nuovo commento viene aggiunto in questo intervento.

Contatti

Da:
Oggetto:
Nome:
Messaggio:
Please enter the following
 Help us prevent SPAM!

Accesso riservato

Copyright & Credits

I contenuti di questo sito non possono essere riprodotti, copiati, manipolati, pubblicati, trasferiti o caricati, con nessun mezzo, senza il consenso scritto dell'autore.

E' vietata l'utilizzazione, anche parziale, sia per scopi commerciali che no profit.

Chi avesse interesse ad usufruire di contenuti di questo sito è pregato di contattarmi.


Contatore visite

1536285
OggiOggi10
IeriIeri546
Questa settimanaQuesta settimana2635
Questo meseQuesto mese11364
TuttiTutti1536285