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Piergiorgio

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NON DOBBIAMO ARRENDERCI K2_UNPUBLISHED

C’ero anch’io quel venerdì 31 maggio a Brescia per onorare le vittime della barbara strage avvenuta il martedì 28. Eravamo migliaia e migliaia a testimoniare, in un silenzio composto, carico di rabbia e di dolore, la volontà di opporci a quanti intendevano sottrarci il diritto di partecipare alla vita democratica e sociale del nostro Paese. Ed eravamo animati da un grande desiderio di verità e di giustizia, pur avendo ben chiaro in mente chi fossero i responsabili ultimi della strategia stragista, al di là delle responsabilità individuali ancora da accertare in quel preciso istante.

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LA SIGNORA K2_UNPUBLISHED

È chiamata semplicemente la Signora, il premio Nobel Aung San Suu Kyi, dalla sua gente, e immagino sia un titolo usato per sottolineare la sua nobiltà d’animo, il suo impegno indefesso a difesa dei diritti umani così vilmente calpestati nel suo Paese. Una piccola donna dall’apparenza fragile e minuta, ma dall’animo forte di una robustezza non comune.

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CIE (Centri di identificazione ed espulsione) K2_UNPUBLISHED

Abbiamo una colpa

soltanto:

non essere nati

italiani…

Vi pare una buona

ragione,

per imporci queste

catene?

Per rinchiuderci,

quasi bestie feroci,

in spazi abitati dal

nulla?

Siamo approdati stremati

su un suolo giudicato

alleato compagno,

spinti solo da grande

speranza.

Fuggivamo da guerre

e miseria

alla ricerca di un approdo

sicuro…

Italia, culla del diritto!

Terra di migranti e di

Eroi.

Creatrice di civiltà…

financo casa del 

Papa,

ti sei rivelata… matrigna.

Di accoglienza e libertà

affamati,

pensavamo di incamminarci

su sentieri di vita…

Invece, abbiamo trovato

CATENE;

peggiori di quelle

lasciate…

Quanto ci state facendo,

Italiani, non è degno di

Voi.

Siamo numeri di una roulette

impazzita,

vuoti a perdere scagliati

nel vuoto.

Le nostre lacrime impietosiscono

i muri, di questi lager,

ma non arrivano

a voi.

Neppure arrivano i nostri

lamenti;

il nostro grido

di aiuto.

Un giorno dovrete arrossire

di VERGOGNA; un giorno,

ma sarà sempre tardi

per noi.

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SOLDI IN CAMBIO DI DIRITTI K2_UNPUBLISHED

Questo governo di tecnici sta mostrando il suo vero volto attraverso le misure che intende adottare in tema di riforma del lavoro. Dietro la rispettabilità di facciata dei suoi componenti, dietro la sbandierata necessità del risanamento del debito pubblico, dietro gli appelli altisonanti al senso di responsabilità di tutti e di ciascuno, si nasconde la faccia feroce di coloro che intendono ancora una volta pigiare il piede sull’acceleratore di una direzione di marcia di carattere liberista. Libera volpe in libero pollaio, per dirla in termini metaforici.

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La Vita non si arrende K2_UNPUBLISHED

Il Cielo ha pianto, ma poco.

La Terra, più che mai assetata,

pare celare l’arsura che la rode,

tra canti di merli in amore

e intensi colori giallo rosa,

che intessono il mio cammino

stamane.

Ancora la vita tracima;

straripa, deborda ugualmente,

a dispetto di tutto.

Non si arrende, la Vita,

né ripiega,

come i boccioli sugli alberi Giuda

annunciano che ormai è primavera,

prima ancor delle foglie.

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Sierre K2_UNPUBLISHED

… capitale suisse du vin,

informa la guida,

a beneficio di turisti distratti…

spersi dentro le sue tante

bellezze

racchiuse in un abbraccio

di monti.
 

Oggi, no!

Oggi è capitale

di un dolore troppo grande…

persino per essere raccontato.
 

Le sue strade hanno visto scorrere

un vino diverso; vino rosso…

rubino.

Era sangue d’ innocenti strappati

alla vita nel pieno di un sogno…
 

Sogno immenso; fatto di infiniti colori

impastati alla vita adolescente,

di uccelli

non ancora preparati

a volare

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ONEROVOLE, SI DIA ALLA MUSICA! K2_UNPUBLISHED

Che la politica in generale, fatte salve le pur lodevoli eccezioni che sempre e ovunque esistono, non s’ispiri al dettato evangelico, “il vostro parlare sia sì, sì e no, no”, lo sapevamo da molto tempo. Soltanto i fanatici e i creduloni – due categorie per altro abbastanza sovrapponibili – lo potevano pensare e credere.
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I tanti Nessuno K2_UNPUBLISHED

Ci avevi pensati tutti artisti,

affidandoci per Madre la Terra,

comandandoci di reggerla con saggezza,

e poter con creare con te.

Rapiti dal nostro operare,

avremmo contemplato,

gioiosi,

il frutto del nostro lavoro,

potendo osservare anche noi,

fatta sera,

quanto tutto fosse bello;

molto bello e buono.

…………

Tutto abbiamo stravolto…

Del mondo abbiamo fatto un deserto;

una selva inospitale,

dove l’uomo non riconosce

l’altro uomo,

e il fratello uccide il fratello.

………

Il lavoro è diventato una merce;

una cosa tra tante…

non più l’opera capace di divinizzarci,

ospitandoci alla mensa comune

di fratelli,

fatti prossimo gli uni degli altri.

……………

Disoccupati, inoccupati, in cerca di lavoro…

sono dei tanti Nessuno.

Numeri fluttuanti di statistiche

fredde.

Quantità che non mostrano mai

i VOLTI;

né le lacrime amare,

disperate,

degli schiacciati dall’INUTILITÀ.

Eppure portano scritto,

nella identità di cittadini,

il DIRITTO di lavorare…

il DOVERE di svolgere una attività;

una funzione...

così da concorrere al progresso

materiale

spirituale

della famiglia a cui appartengono:

la SOCIETÀ.

Invece sono soltanto una merce;

un prodotto usa e getta…

dei morti viventi

derubati della loro dignità.

Sono moltitudine,

alla mercé di pochi famelici,

che ingrassano accumulando

profitti di sangue,

di genti non più sovrane…

Non possiamo più aspettare!

Rovesciamo questo mondo capovolto,

raddrizzandolo dalle sue fondamenta;

ridonandogli UMANITÀ.

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AD AMARE S’IMPARA K2_UNPUBLISHED

La violenza, qualunque tipo di violenza mi fa orrore; tanto più quando si esprime scaricandosi su persone inermi. Tra le violenze di cui è imbastita la trama dei giorni, una delle peggiori, annovera quella verso bambini e donne, per opera di congiunti, compagni, mariti, famigliari. È tanto più riprovevole, perché nasce all’interno di relazioni che si sono dette o si dicono d’amore. Può un sentimento d’amore trasformarsi nel suo contrario, diventando perfino odio omicida?
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Morgana K2_UNPUBLISHED

La vita era a colori,

dentro il gruppo “dei pari”.

Tutto ci sorrideva,

in quel misto

di unità- complicità,

di confidenza,

di solidarietà,

che fuori non trovavamo.

Il cannone, scolpiva per noi

nuove parole:

linguaggio da iniziati,

levandoci paure e inibizioni;

“crescendoci” importanti;

… liberi.

 

Poi subentrasti tu,

fata Morgana infida

coi tuoi poteri magici…

le tue illusioni ottiche,

il gioco degli specchi,

i tuoi abbracci viscidi,

le tue promesse vane…

 

Mi trascinasti in fondo…

Precipitai all’inferno:

un tunnel scuro e vuoto

senza nessuna uscita.

 

Un Volto, (finalmente!),

mi ha tratto dal mio Ade;

un Volto su cui era scritto:

rispetto e amicizia.

Un Volto,

che mi ha chiamato “uomo”;

insegnandomi dignità.

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