35Il giorno dopo Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli 36e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: "Ecco l'agnello di Dio!".
37E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. 38Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: "Che cosa cercate?". Gli risposero: "Rabbì - che, tradotto, significa Maestro -, dove dimori?". 39Disse loro: "Venite e vedrete". Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio.
40Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. 41Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: "Abbiamo trovato il Messia" - che si traduce Cristo - 42e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: "Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa" - che significa Pietro.
Quanto siamo interessati a conoscere davvero il Signore Gesù? Certo, noi oggi non abbiamo l’opportunità dei due discepoli del Battista di sentircelo indicare come l’agnello di Dio da un profeta uguale a lui, così da suscitare la nostra curiosità, ma sbaglieremmo se ritenessimo quei due più fortunati di noi. Anche a noi è concesso di sentirci indicato il Signore da qualcuno o da qualche cosa che, come voce profetica, può svegliarci dal nostro sonnambulismo, farci aprire gli occhi della mente e del cuore e renderci capaci di vedere il Veniente. Può essere l’incontro con una persona, la lettura di un buon libro, una esperienza di vita, un avvenimento, il silenzio orante, la contemplazione di uno spettacolo della natura, l’incontro con il povero e il sofferente, una esperienza di gioia e di felicità. Tante cose. Sta a noi saper vedere la presenza nella nostra vita del Signore. Ciò che ci è richiesto è un cuore puro e il desiderio di cercare il senso più vero e profondo del nostro esistere. Allora sarà rivolto anche noi il confortante invito: venite e vedrete.