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16 mar 2022
Voi non sapete quello che chiedete (Mt 20,17-28)
Scritto da Piergiorgio |
Letto 1042 volte | Pubblicato in Sulla tua parola
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17Mentre saliva a Gerusalemme, Gesù prese in disparte i dodici discepoli e lungo il cammino disse loro: 18"Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell'uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte 19e lo consegneranno ai pagani perché venga deriso e flagellato e crocifisso, e il terzo giorno risorgerà".


20Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedeo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. 21Egli le disse: "Che cosa vuoi?". Gli rispose: "Di' che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno". 22Rispose Gesù: "Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?". Gli dicono: "Lo possiamo". 23Ed egli disse loro: "Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato".
24Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. 25Ma Gesù li chiamò a sé e disse: "Voi sapete che i governanti delle nazioni dominano su di esse e i capi le opprimono. 26Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore 27e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. 28Come il Figlio dell'uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti".

 

È vero, Signore, anche noi come i tuoi discepoli tante volte non sappiamo quello che chiediamo. Lo dimostra l’incoerenza che ci connota anche in questi giorni di guerra. Tutti affermano di volere la pace e allo stesso tempo sono tanti quelli che la immaginano come risultato finale di uno scontro armato. Ma quale pace può mai nascere dalla guerra? I tuoi discepoli immaginavano che tu andassi a Gerusalemme per prendere il potere e ti chiedevano di poter occupare posti importanti al tuo fianco immaginato come re trionfante sui nemici di allora. Tu invece parlavi di una via difficile da percorrere, ma l’unica in grado di cambiare davvero il mondo: la via del servizio e dell’offerta di se stessi. Il dono della vita anziché il potere di prendere quella degli altri. Converti anche i nostri cuori all’amore fattivo per la pace vera e per la giustizia attraverso strade non violente e disarmate.

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