Lc 14,1-8
181 Diceva loro una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai: 2 "In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. 3 In quella città c'era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: "Fammi giustizia contro il mio avversario".
4 Per un po' di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: "Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, 5 dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi"". 6 E il Signore soggiunse: "Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. 7 E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? 8 Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?".
Se per preghiera intendiamo la recita di formule più o meno indovinate, quel pregare sempre senza stancarsi detto all’inizio del brano evangelico odierno avrebbe il sapore di una pretesa impossibile. La domanda da porsi è: cosa intendo io per pregare? e, cos’è la preghiera? Cosa penseremmo di una persona che ci confidasse che per esprimere il suo affetto, il suo amore per l’amato o l’amata, fa ricorso a un prontuario preparato da altri? Certo, noi abbiamo anche la preghiera comunitaria e pure quando preghiamo il solitudine siamo parte della comunità dei credenti, per cui ben vengano i salmi e tutto il corollario di preci e orazioni che possono essere strumenti importanti da usare per pregare, ma se non sappiamo andare oltre il semplice aspetto formale, trasformando il nostro pregare in un tète a tète con il Signore, lasciandoci invadere, guidare e trasformare dal suo Spirito, ritengo che saremmo molto distanti dal pregare. La vita del credente, come quella di ogni altra persona che voglia impegnarsi per il bene degli uomini, per la propria crescita umana e per la costruzione di un mondo migliore, è irta di ostacoli e difficoltà, perciò abbiamo bisogno di trovare nutrimento in Dio. Pregare è sapersi fermare, abbandonarsi in Dio Padre come un bimbo in braccio alla propria madre per vere ristoro, per poi essere in gradi di proseguire il cammino. Pregare è saper ringraziare il Padre di ogni consolazione ogni giorno e gioire perché ci si sa amati da lui.