Mt 9,14-17
14 Allora gli si avvicinarono i discepoli di Giovanni e gli dissero: "Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?".
15 E Gesù disse loro: "Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno. 16 Nessuno mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio, perché il rattoppo porta via qualcosa dal vestito e lo strappo diventa peggiore. 17 Né si versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si spaccano gli otri e il vino si spande e gli otri vanno perduti. Ma si versa vino nuovo in otri nuovi, e così l'uno e gli altri si conservano".
È diventata una massima molto conosciuta e forse anche abusata il dire vino nuovo in otri nuovi. Forse quello che ci manca e manca a tanti, è la disponibilità a praticarla. Non si tratta, è ben evidente, di gettare alle ortiche tutto ciò che può apparire vecchio in nome del nuovo purchessia, ma della disponibilità ad essere aperti alla novità sempre in divenire dell’ evangelo. Il Vangelo non è una specie di prontuario nel quale cercare le risposte già belle e confezionate per ogni sorta di questione ci interpelli. Richiede capacità di penetrazione dentro e oltre il testo letterale e disponibilità all’ascolto; con un orecchio al testo e uno alla terra su cui viviamo. Lo Spirito ci parla certo attraverso la sua Chiesa, la comunità di appartenenza, nella preghiera a umile e assidua, ma tutto questo credo vada fatto con uno sguardo sul mondo e sulla storia. Diversamente si corre il rischio di rimanere irretiti dentro un passato, magari nobile, e di non sapere o voler salpare verso nuovi orizzonti e rispondere alle sfide del presente. Avventurarsi lungo strade nuove richiede slancio, fede e speranza, contando su un Dio che sempre precede. Ed è la storia sempre attuale di ogni profezia che si fa carne.