Mt 5,13-16)
13 Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente.
14 Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, 15 né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. 16 Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli.
Penso che a tutti noi sia capitato in sorte qualche volta di assaggiare una pietanza insipida, o al contrario troppo salata, così come di rimanere al buio in casa in occasione di un temporale. Sono tutte circostanze, assieme a tante altre, che possono aiutarci a comprendere quanto sia importante il messaggio che ci viene dal vangelo odierno. Essere sale della terra significa essere persone e comunità capaci di dare sapore al vivere di tutti e di ciascuno, così come essere luce del mondo significa saper offrire orizzonti di senso capaci di far fiorire in ogni circostanza panorami di speranza, e tutto questo perché vedendo le nostre opere buone sia resa gloria al Padre che è nei cieli. La gloria dovuta al Padre non è un omaggio di cui lui ha bisogno, quanto una testimonianza concreta che noi, proprio perché crediamo nella sua infinita bontà e misericordia, ci facciamo tramite del suo amore verso i fratelli perché non possano dire che non sono amati da lui. In altre parole come possiamo affermare che Dio è amante della vita e che il suo amore si dispiega su tutti gli uomini se, per usare le parole della preghiera di papa Francesco in piazza San Pietro del 27 marzo scorso, “siamo avidi di guadagno, ci lasciamo assorbire dalle cose, frastornare dalla fretta, non sappiamo fermarci davanti ai suoi richiami, ridestare di fronte alle guerre e alle ingiustizie planetarie, ascoltando il grido dei poveri e del nostro pianeta gravemente malato?” Se davvero vogliamo essere sale della terra e luce del mondo, non possiamo proseguire imperterriti nel cammino fin qui perseguito che ha contribuito a rendere malato questo mondo. Saremmo destinati ad essere calpestati.