Mt 5,1-12a
51 Vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. 2 Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
3 "Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
4 Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
5 Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
6 Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
7 Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
8 Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
9 Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
10 Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
11 Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. 12 Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.
Qualcuno ha definito le beatitudini la magna carta dei cristiani, ma nonostante all’apparenza siano conosciute, nella pratica sono poco praticate e anche molti credenti paiono poco propensi a farsi ispirare da queste nella loro vita. Se fossero prese seriamente in considerazione da tutti i cristiani e ad esse ci ispirassimo, il mondo cambierebbe come dal giorno alla notte. Basterebbe infatti che la nostra vita personale e collettiva, a livello di comunità, chiese locali e chiesa universale facessimo nostra la prima delle beatitudini – l’essere poveri per lo spirito – perché tutte le altre trovino applicazione, così da consentire a ogni persona di essere sfamata, consolata, vivere una vita dignitosa, non dover subire ingiustizia e discriminazione di sorta. Il mondo diventerebbe un giardino, se praticassimo le beatitudini e l’umanità una realtà fraterna, sororale. Molti e in ogni parte del mondo vivono praticandole, ma non a sufficienza perché il sogno di Dio sull’umanità si possa realizzare. Di questo dovremmo chiedere perdono e, convertendoci, operare per un reale, profondo cambiamento.