Chissà, c’è da dubitarne, se il testo della DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI fa bella mostra di sé sulla parete degli uffici dei nostri attuali governanti e di quelli di altri in Europa e nel mondo.
Ma anche se così fosse, certamente non sarebbe oggetto di lettura quotidiana e ancor meno di attenta riflessione. Eppure c’è da scommettere che non avrebbero alcuna difficoltà a sostenere che ne condividono lettera e spirito. C’è solo che a parole mica si fa fatica a sostenerlo. Dai politici, certi politici in particolare, siamo abbondantemente abituati a sentire questo ed altro, ma come in ogni altro campo, non sono le parole che fanno difetto, quanto i comportamenti e le decisioni che troppo spesso contraddicono quanto si afferma, magari anche solennemente. Il così detto decreto sicurezza è un esempio lampante della faziosità con la quale si guarda ai diritti umani che dovrebbero essere garantiti a tutti “senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione”. Naturalmente ci sarà chi applaude alle nuove disposizioni, accecato dall’odio verso il diverso, verso lo straniero e convinto dalla narrazione corrente che questo serva a rendere noi più sicuri. Non si avvedono, costoro, che ogniqualvolta che si restringono i diritti degli altri, che ne siamo consapevoli o meno, è a tutti noi che si riducono. È un po’ il principio della rana bollita, metafora usata dal filosofo americano, Noam Chomsky, per descrivere l’accettazione passiva, il degrado, le vessazioni, la scomparsa di valori fondamentali, dell’etica da parte di popoli e della società, accettando nei fatti ogni deriva. La storiella afferma che una rana messa in una pentola di acqua fredda messa sul fuoco, inizialmente non ci farà caso alcuno e quando l’acqua inizia a riscaldarsi troverà la cosa anche gradevole. Quando invece inizierà a bollire sarà tanto debole da non riuscire più a reagire. È un po’ quanto può capitare a noi, se oggi non sapremo reagire con forza e determinazione dinanzi alle scelte legislative di questo governo che ci stanno riportando indietro di decenni. Nella storia i regimi autoritari sovente si sono imposti gradualmente facendo leva su paure e insicurezze, additando nemici veri o presunti contro i quali riversare frustrazioni e rabbia. Oggi sono i migranti e quanti ritenuti non conformi a noi, dove per noi si intendono coloro che sono omologati alle esigenze del mercato, il vero dominus del momento. Se attendiamo senza combattere, senza ribellarci, finiremo senza accorgerci come la rana in pentola: bolliti.