Mi danno la nausea le dichiarazioni di condanna dei vari potenti del mondo per la strage di civili, bambini compresi, in Siria, a causa dell’uso di gas nocivi.
La voce, lo strazio, la sofferenza, le lacrime dei colpiti di oggi, come di quelli di ieri, in realtà, contrariamente a quanto vorrebbero farci credere, non giungono alle orecchie di quanti potrebbero porre fine al macello che dura da anni. Gli interessi geopolitici e strategici sono troppo importanti per tute le parti in causa perché il dolore di tanti innocenti sia tenuto in considerazione. Induce rabbia e sgomento l’ipocrisia dei tanti commedianti, ad ogni livello, che lucrano sul dolore di tanti innocenti. La guerra è un business, c’è poco da fare, ed è solo questo che conta per quanti potrebbero porre fine alla mattanza e non lo fanno. Anche noi abbiamo la nostra parte di colpa. Noi che stiamo zitti, che al massimo ci indigniamo per il tempo di uno spot e poi passiamo ad altro argomento. Nel frattempo si continua a soffrire e morire senza alcuna ragione. Se un giorno (ma quando?) si riuscirà a porre fine alla mattanza, gli stessi che oggi si contendono a suon di bombardamenti e cannonate il predominio su quell’area, si ritroveranno in stanze ovattate a definire nuovi assetti istituzionali, nuovi confini. Magari si concederanno pure il tempo per commemorare le vittime delle loro scelleratezze, con qualche cerimonia altisonante a beneficio di fotografi e telecamere. Verrà mai il giorno nel quale sapremo reagire, indignarci, scendere in piazza, protestare fino a imporre ai governi scelte di pace? E questo non a guerre iniziate ma per tempo. E quando mai sapremo, in maniera collettiva, a furore di popolo, pretendere che si pratichino politiche di pace e di cooperazione tra i popoli anziché di conflitto? Per quanto difficile e impegnativa sia questa strada è l’unica che possa davvero garantire un futuro a noi tutti. Purtroppo, nonostante tante tragedie vissute in passato, ancora non crediamo davvero in un mondo diverso, migliore. Se così fosse forse avremo governanti diversi da quelli che abbiamo; Istituzioni internazionali più forti e decise nel contrastare ingiustizie. Ancora ci dobbiamo accontentare di condanne di pragmatica… forse l’avvio di qualche indagine ad opera di qualche commissione. Intanto si continua a morire e a morire sono sempre i più deboli, quelli che la guerra non l’hanno voluta. E loro non hanno alcuna voce...