Indignazione, lacrime, dolore, paura sono i sentimenti naturali e più diffusi, immagino, in queste ore, dopo gli ultimi eventi in Siria e ad Amsterdam.
A molti però ritengo sfugga la grande dose di ipocrisia che connota non pochi governanti che, rimpallandosi responsabilità in ordine a quanto sta avvenendo nel mondo, nei fatti somigliano a tanti irresponsabili bambini che amano giocare con il fuoco e lo fanno sulla pelle di tanti innocenti. Per temperamento non sono, mi pare, incline al pessimismo, tuttavia mi pare che mai come in questo momento il mondo stia correndo un grave pericolo, tanto più che una parte non piccola dei nostri destini risulta in mano di persone a dire poco inaffidabili. Sempre, lungo il corso della storia, purtroppo, a decidere del destino dei popoli sono state classi dirigenti che certamente non avevano tra le priorità il bene dei loro popoli e tanto meno il bene comune di tutti. Sono considerazioni di ordine geopolitico, di influenza, di potere, di predominio su territori e risorse del pianeta a decidere le loro azioni e quando sui loro volti (talvolta ne sono capaci) compaiono delle lacrime, c’è da credere che siano umori vitrei ordinati a comando. Quanto possono importare davvero i bambini e civili asfissiati dal gas in Siria agli alti comandi USA o a quelli russi? Io credo davvero poco. Se importassero loro le vittime di quella guerra nefasta avrebbero trovato già il modo di fermarla e imporre se non altro una tregua, salvando quanti sono costretti tra l’incudine e il martello di opposte violenze. Ma dinanzi a quei corpi straziati sanno soltanto sbraitare alla luna e al popolo che ignora le vere ragioni del contendere hanno facile gioco a raccontare ciò che a loro conviene. Fino a quando non matureremo la consapevolezza che tutte le vittime, di ogni fronte, ad ogni latitudine, di ogni colore, e sono tante nel mondo, avevano e hanno uguale diritto a vivere in pace e non divenire moneta di scambio sull’altare di interessi inconfessati e inconfessabili, non faremo grandi passi avanti. Ancora oggi, come sempre, a noi che stiamo a guardare è richiesto se vogliamo libero il Barabba di turno o l’uomo Innocente. Ma quanti decidono, nonostante le apparenze contrarie, hanno già stabilito chi deve morire. A noi danno solo ad intendere che siamo sovrani dei nostri verdetti. In realtà molto prima del giudizio hanno obnubilato le nostre coscienze, impedendoci di vedere con sguardo trasparente. È questo che li rende impuniti; perfino credibili a tanti. È necessario svegliarci dal nostro torpore e gridare il nostro dissenso con coraggio, pagando, se necessario, di persona il prezzo richiesto. Di certo non possiamo continuare a guardare e sentirci ugualmente innocenti.