Botti di Capodanno o meno, festeggiamenti nel segno della sobrietà o dello sfarzo, l’anno nuovo che inizierà nascerà, per ciascuno di noi, sotto i migliori auspici solo nella misura dell’impegno che metteremo perché sia migliore, diverso di quello che sta per terminare.
Solo gli ingenui o gli illusi possono pensare che basti girare l’ultima pagina dell’agenda o un foglio di calendario perché si avverino le attese, i desideri più cari che ci portiamo nel cuore. L’anno che verrà affonda le proprie radici in quanto già abbiamo seminato in quello che sta per terminare. Contrariamente a quanto, banalizzandone la rappresentazione, possono indurre a pensare le immagini che è consuetudine utilizzare, l’anno nuovo non è bambino e quello che finisce non è un vecchio stanco e malandato. Ha le fattezze che noi gli abbiamo impresso nel fluire dei giorni. Certo, è segnato da molte rughe: quelle che noi gli abbiamo impresso con i nostri comportamenti. Questo vale per la singola persona, come per ogni collettività. Possiamo certo fantasticare, attendendo cambiamenti miracolosi, ma sarebbe come girare su se stessi, «vedendo e facendo sempre le stesse cose, si perde l’abitudine e la possibilità di esercitare la propria intelligenza. Lentamente tutto si chiude, si indurisce e si atrofizza come un muscolo». (Albert Camus). Il cambiamento inizia da noi stessi, non certo dalle stelle o da qualche congiunzione astrale a noi favorevole. Così l’unica cosa certa che possiamo fare è impegnarci ad essere, per gli altri, l’augurio che a Capodanno ci scambiamo. Questo lo possiamo fare ogni santo giorno: con gioia, credendo che pace, giustizia, fratellanza non sono concetti astratti, ma fatti, impegno quotidiano, scelta di campo, responsabilità, accoglienza, cammino oneroso. La speranza si nutre di realtà e sa vedere oltre perché «quella che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo chiama farfalla». (Lao Tzu)
Ai miei quattro lettori l’augurio di poter e saper essere per gli altri ciò che vorrebbero gli altri fossero per loro. Buona Anno.