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02 dic 2016
ARRABBIATI
Scritto da Piergiorgio |
Letto 3621 volte | Pubblicato in Il mio blog
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Qualche volta mi diverto (si fa per dire!) a leggere, online, commenti in calce ad articoli di cronaca, o che trattano altri argomenti, e la cosa sconcertante è che in genere tutti quanti trasudano rabbia, stizza, irritazione.

Ora non nego che quanto riportato dai giornali possa ingenerare tali sentimenti. La cosa che stupisce è il constatare la quasi totale mancanza di riflessione. Il tentativo minimo di andare oltre l’emozione del momento. E non mi si dica che questo è dovuto alla insufficienza di spazio a disposizione per cercare un minimo di argomentazione in quanto si tenta di dire. Mi pare proprio che nei più prevalga l’istinto primordiale all’insulto, al giudizio tranchant e senza appello. Mi pare si tratti, il più delle volte, di esternazioni che hanno la pretesa dogmatica di indicare, a parer loro, dove stia di casa la verità, quale sia la soluzione più rapida e incisiva – direi definitiva – per risolvere ogni problema. A questi commentatori parossistici della tastiera difetta enormemente una virtù; virtù che forse non sarà proprio di moda ma che credo contribuisca non poco a definire la nostra umanità: l’umiltà. Umiltà, come sappiamo deriva dal latino “humilis”, che si può tradurre anche con “basso”, o “dalla terra”. In altri termini, la persona umile, potremmo definirla come la persona che ha i piedi ben piantati per terra, che non si crede un dio. Cosa che non riscontriamo in quanti ritengono di saper tutto, di non dover imparare niente e da nessuno. “Tutti sono in grado di arrabbiarsi, è facile” sosteneva Aristotele, “ma arrabbiarsi con la persona giusta, con la giusta intensità, nel modo giusto, nel momento giusto e per un giusto motivo, non è nella facoltà di tutti e non è un compito facile”. Se le persone di cui abbiamo detto più sopra, imparassero ad arrabbiarsi secondo l’asserto appena richiamato, con ogni probabilità perverrebbero alla statura di cittadini consapevoli e responsabili, anziché, come sono ora, semplici malpancisti inutili e dannosi a sé e agli altri, perché probabilmente è vero, come affermava la mistica Margherita Poreto, che l’anima irosa è la più vicina a Dio perché non accetta compromessi, a condizione però, così a me pare, che lo faccia partendo da se stessa.

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