Come per ogni divorzio che si rispetti, le conseguenze della rottura si potranno quantificare, per tutti gli attori coinvolti, tra qualche tempo.
Ora è troppo presto per definirle in modo preciso, quantificare danni ed eventuali “benefici”. L’esito del referendum britannico ha avuto il “merito” di mostrare plasticamente, nel caso ce ne fosse stato bisogno, di quale sia realmente lo stato di salute dell’Europa. Le responsabilità dell’attuale situazione sono molte e diffuse ma credo siano principalmente imputabili a una politica che da troppo tempo non sa più parlare alla gente, intercettare i bisogni principali di ampie fette di popolazione, generando speranza per il futuro. La crisi economica morde fortemente da anni, e ha contribuito a ingenerare, assieme ad altri fattori, insicurezza e paura in troppe persone. Sulla paura e sulla insicurezza vera o presunta, reale o semplicemente percepita, forse reazionarie hanno costruito e stanno costruendo le loro fortune. Fortune che sono nutrite però anche dall’inazione, incapacità e incompetenza di chi vi si dovrebbe opporre, non solo e non tanto a parole, ma attuando politiche innovative e coraggiose in grado davvero di cambiare verso all’attuale direzione politica/sociale in atto in Europa. Purtroppo non si vedono all’orizzonte “navigatori” esperti e visionari in grado di indicare nuovi approdi che non siano le chiusure campanilistiche, securitarie e alla fine illusorie dei vari populismi che paiono avere la meglio nella temperie odierna. C’è da sperare e augurarsi che lo choc causato da questa consultazione elettorale in Gran Bretagna produca effetti positivi, sia capace di risvegliare finalmente le energie migliori e più propositive capaci di rilanciare su basi nuovi, solidaristiche una visione di Europa oggi fortemente appannata e confusa. Anche da un divorzio, pur doloroso, una volta rielaborate le cause che hanno portato alla rottura e riconosciute senza sconti le colpe che l’hanno determinato possono fiorire nuove esistenze, più mature e vitali. Molto dipende dalla capacità e dalla volontà degli attori coinvolti di non lasciarsi travolgere da sentimenti astiosi, vendicativi e dalla volontà di rivincita. Non so se ne saremo capaci. Di certo se non sapremo raccogliere la sfida che abbiamo davanti sapendo tramutare a nostro favore, cambiando passo, la ferita che ci siamo inferti, l’orizzonte, per tutti, si farà ancor più minaccioso e alla fine saremo tutti perdenti.