Dinanzi alla nascita di un bambino non ci si può che rallegrare. È sempre una promessa di futuro, e qualunque sia l’origine del suo concepimento, di certo non gli si può addebitare la responsabilità, colpevolizzandolo.
Di fronte alla nascita di una nuova creatura l’impegno di tutti dovrebbe essere soltanto quello di accoglierla nel modo migliore, assicurandole un futuro di felicità. Ciò premesso, pur distanziandomi profondamente da quanti in modo becero e volgare, in questi giorni, prendendo spunto da un fatto di cronaca, esprimono quanto di peggio celano nel loro animo, faccio mie le osservazioni, le considerazioni che tanta parte del mondo femminile, e non solo, esprimono sul tema del così detto utero in affitto. A me pare che se può essere comprensibile il desiderio di maternità e paternità di tante persone, etero o omo affettive, questo non possa né debba essere conseguito a qualunque costo. Sono anche del parere, senza con questo tranciare giudizi nei riguardi di alcuno, che volere in ogni caso soddisfare questo desiderio ricorrendo alla maternità surrogata, possa di fatto nascondere un profondo egoismo. Con tutti i bambini che nel mondo hanno bisogno di affetto, accoglienza, cure materne e paterne perché privi, loro malgrado, di tutto questo, si possa, volendolo, rispondere a un bisogno vitale quale quello di essere madre e padre senza ricorrere a tecniche che – comunque la si pensi – finiscono con lo strumentalizzare il corpo della donna, riducendolo a semplice contenitore, privandola ancora una volta di quella dignità per la quale tanto ci si è battuti e ancora ci si batte perché non sufficientemente riconosciuta. Personalmente mi ritrovo in quanto riportato nel testo al link di seguito segnalato.
http://www.korazym.org/23436/utero-affitto-se-non-ora-quando/