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30 giu 2015
TUTTI PERDENTI
Scritto da Piergiorgio |
Letto 3974 volte | Pubblicato in Il mio blog
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Quale potrà essere l’esito finale della partita che si gioca in Europa è difficile a dirsi. Comunque vada, ne usciremo tutti perdenti. C’era la possibilità di affrontare in maniera diversa, da come fatto, la questione Grecia? Pare proprio di sì

e a dirlo non sono certo io, senza particolari titoli accademici per poterlo affermare, ma studiosi, economisti (e qualche raro politico) che non si accontentano di legare, come fanno altri, l’asino là dove dice il padrone. Per noi gente di strada, alla quale le notizie arrivano, quando arrivano, mediate da interessi sovente mascherati con le migliori e inappuntabili motivazioni, resta difficile comprendere fin nei dettagli il vero dal falso. Una cosa appare abbastanza chiara nell’insieme, anche se per buona parte velata dalle nebbie sollevate appositamente per mascherare il tutto. L’Europa che emerge dalla contesa, è un Europa litigiosa, stonata, affatto solidale. Non l’Europa dei Popoli, ma quella delle burocrazie, degli equilibrismi basati su interessi di potere ed economici. Un’ Europa che di questo passo, se si dovesse rafforzare, produrrebbe una tecnocrazia, oppure si sfalderebbe lasciando sul campo solo macerie. D’altra parte non è possibile costruire alcun sogno basandosi soltanto sulla moneta unica, i dettati del mercato e dei suoi vassalli. La spinta propulsiva impressa dai padri costituenti pare essersi spenta nel giro di poco tempo. Questo ci dice che anche i principi più solenni, quando, da fattori vitali si trasformano i reperti museali, non servono più a niente. Come il sale che perda sapore, che a nulla serve se non ad essere buttato via. Non è probabilmente un caso che il sogno di un’Europa unita sia nato in tempo di guerra e che i suoi maggiori sostenitori siano state persone che hanno saputo, in quella temperie, non rassegnarsi all’esistente, ma farsi guidare da una speranza che poteva sembrare perfino mal riposta. Oggi che stiamo vivendo una profonda crisi, non solo economica, ma ancor più di senso, servirebbero leader altrettanto motivati e convinti. Invece dobbiamo accontentarci di semplici comparse che prendono ordini da istanze che dovrebbero ubbidire. Quanto contino poco i popoli e le persone, per questa Europa arlecchina, ci è stato mostrato abbondantemente da come è stata ed è trattata la questione dei richiedenti asilo; dei profughi che tentano l’approdo sulle nostre coste. Gli uni e gli altri sono considerati soltanto scarti, zavorra da cui liberarsi, un peso morto. E per chi ritiene che gli scarti siano un peso morto, cosa volete che importi che la Grecia vada in default? Al massimo lavoreranno perché a pagare sia solo quel Popolo. In fondo sono solo undici milioni… Quanto possono pesare sugli altri 490? Naturalmente è auspicabile un sussulto di responsabilità da parte di tutti i vari responsabili della partita, nella convinzione che se si vuole davvero avanzare sulla strada di un progresso, che non può essere soltanto, per quanto importante, ragionieristico e contabile, ma umano, nel significato più ampi e autentico del termine, si debba fare ogni sforzo e anche di più, perché nessuno rimanga fuori, ai margini, o perderemo tutti.

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