«Spero che domani i giornali non dedichino dieci pagine di fotografie a questa corsa», mi dice l’amico Franco (nomen omen) camminandomi a fianco lungo corso 3 Novembre. Lui che è già colorato di suo, con quel volto che sembra una scultura dentro il legno nodoso di una quercia squassata dalla tormenta, non lo potrebbe accettare.
È attento a quanto capita in città, l’amico, e alla lettura dei quotidiani dedica molto più tempo di tanta gente che probabilmente sta correndo poco sotto a dove stiamo. Io, che mi sono lasciato prendere dalla curiosità di veder passare i partecipanti alla corsa, faccio per girare giù per via Madruzzo, ma l’amico non intende seguirmi. «No, no» protesta, «ho ben altro da fare» . Salutandomi torna a ripetermi l’ auspicio: «Spero davvero che i giornali non siano pieni di fotografie, domani, altrimenti mi arrabbio» aggiunge con un sorriso tra il mesto e il faceto. Chissà cosa aggiungerebbe se sapesse il costo dell’iscrizione e del kit di ogni partecipante, lui che, a quanto ne so, e posso intuire, non naviga certo nell’oro. Arrivo in prossimità di via 24 Maggio e mi dispongo assieme ai curiosi presenti lungo il marciapiede ad osservare i partecipanti. Mah! Se questo è un evento pensato per promuovere il benessere e la felicità della gente, lo trovo quantomeno discutibile. A me personalmente vedere transitare persone sporche di colore e in mutande, non suscita particolare contentezza. Forse dovrei stare dentro in mezzo ai partecipanti? Non mi ci vedo proprio. Ogni lazeron el g’ha la so devozion, recita un detto trentino e sono del parere che ciascuno abbia il diritto di divertirsi come crede meglio, tuttavia, a parte la soddisfazione dei fotografi, se sono bravi nel loro mestiere, e l’innegabile magia che fotografie piene di colore trasmettono anche a chi le guarda, trovo che sia una “mericanata”. Chissà poi perché noi siamo così propensi a copiare quanto di più scadente ci viene da oltre Oceano. Mi si dirà che sono un passatista, una persona che non sa gioire della gioia degli altri, ma credetemi, se volte, non è così. Mi hanno detto che il costo complessivo della partecipazione ammonti a 25 euro a cranio. Non so se corrisponda al vero. Se così fosse, sono presto fatti due conti: persone attese 20mila X 25,00 farebbe davvero una bella somma. Chissà quanti, tra gli iscritti alla corsa, si sarebbero ugualmente messi in coda, qualora l’iscrizione, anziché kit, magliette e colori, fosse servito a una causa migliore. Per esempio per sovvenire il bisogno di gente che fatica a giungere alla fine del mese. Eppure cosa c’è di migliore, per promuovere benessere e felicità che occuparsi del bene degli altri?