Parla, quella sedia vuota; parla più di tanti discorsi, ed è difficile immaginare che la ragione dell’assenza del Papa dal concerto per l’anno della fede sia da ricercare in quanto detto da monsignor Fisichella. I retroscena raccontano di motivazioni diverse da quelle fornite ufficialmente e, francamente, ponendo attenzione a quanto detto e fatto fino ad ora da papa Francesco, queste ultime appaiono più convincenti.
Ascoltando il Vangelo di questa domenica e pensando a quanto accaduto ieri in Vaticano, mi è corso spontaneo un parallelismo tra le due situazioni descritte. Anche Gesù appare da solo, in un luogo solitario. I discepoli mostrano di aver capito poco di lui, della sua missione e, rispondendo a una precisa domanda del Signore, ribattono che secondo la gente lui non sarebbe che un profeta come lo sono stati altri. Lo stesso Pietro, parlando anche a nome degli altri, non fa che sottolineare qual è il loro pensiero al riguardo e che non diverge molto da quello della gente; infatti, sostiene che è il Cristo di Dio, vale a dire il Messia secondo le attese proprie del tempo: un inviato mandato a restaurare il regno d’Israele. Gesù stronca in modo drastico quella loro illusione dicendo loro apertamente quale sarà il suo destino futuro e come il volerlo seguire (che è una possibilità, una scelta e mai un dovere), comporti la medesima sorte. Mi pare che anche papa Francesco con la sua assenza al concerto, abbia voluto sottolineare quanto sia determinato a voler dare seguito a quanto affermato fin dal primo giorno: volere una Chiesa povera e di poveri. Quindi a rinunciare a tutte quelle manifestazioni di corte alle quali eravamo abituati. Magari potremmo vederlo partecipare, in qualche altra occasione, a qualche concerto da spettatore comune in mezzo alla gente; cosa che gli si addice molto di più che non la parte da sovrano circondato da un pubblico scelto e plaudente. Il rinnovamento atteso e invocato passa anche attraverso gesti come quello di ieri; gesto che non significa certo disprezzo per l’arte, quanto piuttosto indicazione di un modo nuovo, diverso di interpretare il ruolo di pastore della Chiesa. Un volere, come ha detto ai giovani oggi, andare “controcorrente”; dire no ai “valori avariati” e essere “fieri” di scegliere di andare contro corrente. In fondo non è quanto chiede Gesù nel Vangelo di oggi, quando domanda, a chi lo vuole seguire, la disponibilità a caricarsi la propria croce, perdere la propria reputazione, per fedeltà al messaggio che si è accolto? Quanto più papa Francesco agirà in conformità al Vangelo e all’ impegno che si è assunto di riforma dentro la Chiesa, e tanto più accadrà ancora che si respiri del “gelo” in Vaticano, come riportano i giornali di oggi, commentando la sua assenza al concerto. Per questo avrà bisogno di tutto il nostro sostegno.