1 Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all'alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. 2Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna.
3Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, 4e disse loro: "Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò". 5Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. 6Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: "Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?". 7Gli risposero: "Perché nessuno ci ha presi a giornata". Ed egli disse loro: "Andate anche voi nella vigna".
8Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: "Chiama i lavoratori e da' loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi". 9Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. 10Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch'essi ricevettero ciascuno un denaro. 11Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone 12dicendo: "Questi ultimi hanno lavorato un'ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo". 13Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: "Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? 14Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest'ultimo quanto a te: 15non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?". 16Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi".
Diciamocelo con franchezza, un datore di lavoro che si comportasse nei confronti dei propri operai come il padrone della vigna della parabola odierna, quantomeno darebbe addito a una vertenza sindacale. Secondo i nostri parametri di giustizia retributiva è giusto che chi lavora di più e più ore riceva una paga maggiore. Lo stesso ragionamento lo facciamo anche nei confronti di quanti, per la loro situazione socio economica dipendono dalla nostra carità o dalla assistenza pubblica. Ci sentiamo brave persone quando doniamo qualche cosa a chi versa nel bisogno a condizione che si meritino quanto ricevono. La logica di Dio, e che dovrebbe essere pure la nostra, di noi che ci diciamo credenti, è un’ altra. Dio desidera e vuole donare vita e vita piena tutti. Se seguissimo questa logica non ci sarebbero più bisognosi tra noi e nessuno sarebbe privo, non solo dello stretto necessario, ma pure di quanto serve per una vita gioiosa, non solo dal punto di vista materiale, ma pure psicologico, spirituale e di senso.