6 1State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c'è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. 2Dunque, quando fai l'elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente.
In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. 3Invece, mentre tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, 4perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
5E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. 6Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
16E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un'aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. 17Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, 18perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
Come conciliare l’invito del vangelo odierno che suggerisce di praticare la giustizia, l’elemosina, la preghiera, il digiuno in maniera quasi non visibile con l’invito, in altra parte del vangelo, ad essere come lampada che non va nascosta e come luce che illumina, quindi ben visibile, perché così sia resa gloria al Padre? L’apparente contraddizione si spiega con il fatto che il Signore non ci domanda affatto di agire in modo nascosto, non visibile agli altri, ma di farlo non per ostentazione, per farci ammirare dagli altri, ma per rispondere a una chiamata che è quella di testimoniare con una condotta di vita coerente il nostro essere credenti. Se una persona è brava a cantare, per fare un esempio, oppure a intrattenere gli altri nella conversazione, non è che ha bisogno di scriverlo su un cartello da portare al collo. Nel momento in cui, per le circostanze, si trova a dover cantare o a conversare con altre persone, lo si coglie subito, tanto è chiaro. Così anche il credente che ha fatto e fa suo il vangelo, interiorizzandolo, lo si vedrà dal suo modo di vivere in modo gioioso e spontaneo quello in cui crede senza bisogno di mettersi in mostra con atteggiamenti infantili, esaltando le proprie azioni.