Mt 9,14-15
14 Allora gli si avvicinarono i discepoli di Giovanni e gli dissero: "Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?". 15 E Gesù disse loro: "Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno.
Quale deve essere il digiuno da praticare, oggi, per noi credenti del XXI secolo? Non credo debba essere il digiuno devozionale tanto in auge in passato come strumento di mortificazione in vista di un qualche beneficio da parte della divinità. Per altro secondo le attuali prescrizione ecclesiastiche, il digiuno deve essere osservato il Mercoledì delle Ceneri e il Venerdì Santo. Ma nemmeno quello prescritto è fine a se stesso. La domanda sulla quale riflettere, a partire dal vangelo odierno, è quella posta da Gesù ai discepoli di Giovanni che gli chiedono perché i suoi discepoli, a differenza loro e dei farisei non digiunano. Se lo sposo Gesù è tra noi possiamo forse digiunare? Allora il digiuno, se lo vogliamo praticare nelle forme e nei modi che riteniamo più opportuno, dovrebbe servire unicamente ad aiutarci a capire se davvero Gesù è tra noi, se davvero c’è spazio per lui nella nostra vita e quale spazio gli riserviamo. Ovvero se è fondamentale per noi nutrirci della sua Parola, meditandola nel nostro cuore, nutrirci di lui nel Banchetto Eucaristico, per poi essere in grado di amare i fratelli, oppure se tutto ciò è secondario e poniamo al primo posto la nostra sazietà anche scapito della fame del fratello, se dedichiamo più tempo alle cose più futili anziché a quelle fondamentali.