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19 ott 2020
STUPIDITÀ UMANA
Scritto da Piergiorgio |
Letto 4621 volte | Pubblicato in Sulla tua parola
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Lc  12,13-21

13 Uno della folla gli disse: "Maestro, di' a mio fratello che divida con me l'eredità". 14 Ma egli rispose: "O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?". 15 E disse loro: "Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell'abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede".

16 Poi disse loro una parabola: "La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. 17 Egli ragionava tra sé: "Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? 18 Farò così - disse -: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. 19 Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!". 20 Ma Dio gli disse: "Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?". 21 Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio".

Viviamo una situazione che dovrebbe averci edotti a comprendere quanto sia stupido rincorrere la ricchezza, l’accumulare per sé invece che arricchire “presso Dio”, ossia in ciò che rende davvero umana l’esistenza facendola bella, buona e desiderabile. La cupidigia, cosa alla quale siamo continuamente indotti da una pubblicità martellante che invita ad avere sempre di più, è un buco nero nel quale è facile affogare perché nessuna cosa, per quanto desiderabile è in grado di appagare la nostra sete di senso. Si potrebbero fare molti esempi al riguardo, ma credo sia esperienza comune constatare che una volta posseduto l’ultimo oggetto tecnologico magnificato come indispensabile per essere al pari con gli altri, ci si accorga rapidamente che ne esiste un altro che offre maggiori prestazioni. Avviene così per ogni cosa e quanto più ci si affanna per possedere e accumulare ricchezze e beni materiali e tanto più il vuoto interiore si fa grande, precipitandoci nel pantano che ha nome stupidità umana. Imparare a saper usare come mezzi le cose e non come fini è propedeutico al raggiungimento di quella libertà interiore in grado di saperci fare apprezzare ogni cosa senza diventarne schiavi. Ma più ancora il saper condividere qualità e beni che si possiedono è la via maestra per crescere umanamente e spiritualmente arricchendo in ciò che è essenziale per una vita desiderabile e serena.

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