Mt 12,1-8
121 In quel tempo Gesù passò, in giorno di sabato, fra campi di grano e i suoi discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere delle spighe e a mangiarle.
2 Vedendo ciò, i farisei gli dissero: "Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo quello che non è lecito fare di sabato". 3 Ma egli rispose loro: "Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? 4 Egli entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani dell'offerta, che né a lui né ai suoi compagni era lecito mangiare, ma ai soli sacerdoti. 5 O non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti nel tempio vìolano il sabato e tuttavia sono senza colpa? 6 Ora io vi dico che qui vi è uno più grande del tempio. 7 Se aveste compreso che cosa significhi: Misericordia io voglio e non sacrifici, non avreste condannato persone senza colpa. 8 Perché il Figlio dell'uomo è signore del sabato".
Letto come un semplice racconto di cronaca questo brano si presta quanto meno ad una osservazione inevitabile: possibile che i farisei fossero presenti ovunque anche in aperta campagna intenti a spiare quello che fa Gesù? Evidentemente non è questo l’intento dell’evangelista, semmai vuole sottolineare che un certo spirito dettato da ipocrisia e formalismo è sempre in agguato dentro la comunità dei credenti e anche in ciascuno di noi. È da questo che con il racconto odierno l’evangelista vuole metterci in guardia.
C’è un detto attribuito a Maometto che recita così: “Anche l’ipocrita ha tre segni di riconoscimento: quando parla, mente; quando promette, manca alla promessa data; quando ci si fida di lui, tradisce.”
Il formalismo religioso è quell’attaccamento alla forma esteriore, per cui si dà meno importanza a ciò che è sostanziale ed essenziale, per fissarsi su aspetti del tutto trascurabili o secondari. Anche il formalismo in campo religioso ha molti adepti. In nome della tradizione, del si è sempre fatto così o di regole e precetti non si esita a uccidere le persone, sia in senso metaforico, con ostracismi di vario genere, che reale. Ma il Dio di Gesù è un Dio che chiede misericordia e non sacrifici perché a lui sta a cuore il bene concreto delle persone, la loro felicità e non le cose che magari riteniamo onorino lui anche se a scapito delle persone in carne e ossa.