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Era un Samaritano Lc 17,11-19

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12 nov 2025
Era un Samaritano Lc 17,11-19
Scritto da Piergiorgio |
Letto 38 volte | Pubblicato in Sulla tua parola
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Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samarìa e la Galilea.

Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati.

Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano.

Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».

 

Sappiamo che i samaritani erano considerati, dai giudei, degli eretici, persone da evitare, con i quali non ci dovevano essere rapporti di alcun tipo. Un po' come gli stranieri oggi da noi, ritenuti da parte di non poche persone i responsabili di tutti i mali possibili e immaginabili. In quei lebbrosi che, pur tenendosi a distanza da Gesù, alzano la voce per chiedere di essere purificati dalla lebbra che li ha colpiti, possiamo ravvisare anche ciascuno di noi, lebbrosi perché chiusi nel nostro egoismo e incapaci di aprirci alla novità del Vangelo e, conseguentemente, di essere dono per gli altri. La lebbra peggiore che ci può infettare in questi nostri tempi, forse più ancora che la cattiveria, è l'indifferenza. Sì, ritengo che l'indifferenza sia cosa peggiore della cattiveria perché rende cinici. Succede però che la vita ci riservi sovente incontri, avvenimenti, esperienze che possono facilitare il nostro ravvedimento e aprirci alla novità di vita del Vangelo. Affinché, quando questo accade, non si tramuti in occasione persa, è necessario imparare a ringraziare; ringraziare il Signore e chi ci ha offerto l'opportunità di accertare la nostra fede.

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