Credo non sia possibile e neppure opportuno bandire con l’oblio l’anno che sta per terminare, come immagino desiderino in molti, o cercare di esorcizzarlo magari con un gesto scaramantico come pisciargli sopra.
Continuerebbe ugualmente a turbare i nostri sonni. Meglio tentare di guardarlo in faccia questo anno infausto e imparare, pazientemente, a lasciarlo sedimentare dentro di noi come si fa con l’acqua intorpidita di una pozza. Accanto ai mille pattumi emergeranno, come dopo un temporale, sprazzi di cielo, quelli sì, incancellabili dalla memoria, ad iniziare da i nostri morti, dai loro volti. (Ma i morti, tutti, dovrebbero essere sempre nostri! Quante volte ce lo siamo dimenticati, girandoci dall’altra parte come fossero parte di un mondo che non ci appartiene) E con il volto dei tanti, dei troppi morti, ecco che accanto ai loro, in un legame inscindibile, emergeranno quelli degli sconosciuti, prima osannati e poi denigrati Cirenei che li hanno curati, custoditi, accompagnati e pianti anche per chi non lo poteva fare, stando loro vicino. È un mare profondo quello del bene che è stato seminato, spesso in modo nascosto; quello della solidarietà spicciola e organizzata, della giustizia e della fraternità praticate un po’ ovunque, anche se hanno predominato, nella vulgata, dottrine vacue e mestieranti. Qualcuno ha detto che gli anni del boom economico passato sono stati possibili grazie agli orfani e alle vedove di guerra che non si sono arresi e, rimboccatisi le maniche, hanno aperto vie nuove sgombrandole dalle macerie. Sono innumerevoli le macerie disseminate dalla pandemia, ma non illudiamoci che basti il vaccino a risanare le innumerevoli ferite inferteci, sia reali, corporee, sia immateriali. La pandemia ha segnato un discrimine, insegnandoci a distinguere, differenziare tra il necessario, il doveroso, il giusto, l’utile all’essere semplicemente umani e a ciò che a questo si contrappone perché indecente, immorale, sconcio e disumano. Il vaccino per avversare il disumano siamo soltanto noi, le nostre scelte, e l’orizzonte su cui puntare. Buon anno, che sia di impegno, speranza e liberazione!