Probabilmente l’uomo è l’unico animale che immola i propri figli senza un’apparente ragione, se è vero che è il solo tra i viventi a farne stragi continue, chiamandole effetti collaterali. La Convenzione sui diritti dell’infanzia dovrebbe rappresentare lo strumento normativo internazionale più importante e completo in materia di promozione e tutela dei diritti dell’infanzia.
La Convenzione, infatti, obbliga gli Stati che l’hanno ratificata (tutti i paesi del mondo eccetto Somalia e Stati Uniti l’hanno ratificato), a informare le norme di diritto interno a quella Convenzione. All’articolo 6, la Convenzione tutela il diritto alla vita, oltre che quello alla salute, alla possibilità di beneficiare del servizio sanitario ed altri ancora. Ma per molti bambini e adolescenti, quel diritto alla vita è solo carta straccia; un manifesto scritto con il loro sangue, impunemente e quotidianamente versato in nome di una logica brutale, assassina, che non sa fermarsi neanche dinnanzi ai loro volti innocenti. Nessuna motivazione potrà mai avere giustificazione per la morte anche di un solo di loro. Nessuna pace sarà mai possibile costruire, in nessun luogo del mondo, fino a quando, almeno i bambini, non saranno al riparo dalle tragiche follie dei grandi. Se anziché impiegare le ingenti risorse in strumenti di morte, in scontri belluini alla ricerca di una supremazia che sarà sempre comunque temporanea, anche per il vincitore di turno, le si adoperasse per promuovere una cultura di pace, per promuovere la vita, una vita dignitosa per tutti, per un’educazione non violenta, ne guadagnerebbe il mondo intero. Anche negli attuali scenari di guerra. Ma gli uomini paiono non capire se si ostinano ad agire diversamente, incuranti delle vittime, anche quando sono i loro stessi figli a morire. È una spirale perversa, quella nella quale vive una parte del mondo; quello in guerra. Ma è pure la logica che prevale anche altrove. Perfino da noi, che crediamo ancora nel mito della forza delle armi, e che armiamo coloro che si fanno la guerra. Intanto continuiamo a sottoscrivere proclami, a firmare Convenzioni. Che ci costa, una firma su un pezzo dio carta? Se mentre lo facciamo, se mentre i governanti di ogni parte, di ogni fazione, quando siedono cerimoniosi ai tavoli dei summit internazionali, e si accingono a firmare documenti altisonanti, impegnativi, stringessero tra le braccia, tenessero sulle ginocchia uno dei tanti bambini sfigurati, lacerati nelle carni che quotidianamente sono mandati al macello, forse allora cambierebbe un poco la loro coscienza… Forse allora soltanto si desterebbero dal sonno della ragione che intorpidisce le loro menti. Forse allora inizierebbero a sentire su di loro il dolore che non arriva, per ora, nelle loro stanze ovattate. Forse…