Difficile prevedere quali saranno gli sviluppi che seguiranno ai risultati elettorali in Italia. In queste ore si fa un gran dibattere e analizzare, come è giusto che sia, ma non si intravvedono ancora possibili soluzioni di governo. Sarebbe del tutto prematuro azzardare scenari a risultati ancora caldi. Quanto accaduto fotografa una situazione di disagio, di sofferenza e di domanda forte di cambiamento, ma cambiare cosa, come e per conseguire quali risultati, questo mi pare non proprio del tutto chiaro.
Ci troviamo di fronte ad una situazione del tutto inedita, nel senso di non conosciuta, che richiede una capacità nuova di analisi e di valutazione, che apre scenari del tutto nuovi, non necessariamente negativi, a condizione che passata la sbornia elettorale con i mal di pancia da una parte e l’euforia dall’altra, quanti sono stati eletti si interroghino seriamente su quale sia il bene comune a cui fare riferimento nelle scelte che saranno chiamati a compiere e non si facciano guidare da biechi interessi di bottega o di convenienze miopi e di corto respiro. Per quanto il quadro possa apparire difficile, credo esistano i margini per consentire la nascita di un governo, sia pure di minoranza, in grado di proporre alcune soluzioni in grado di traghettare il nostro Paese verso quel cambiamento che è richiesto dalla situazione drammatica nella quale siamo precipitati. Anche chi entrerà in parlamento sull’onda di un voto di protesta, come accade per quanti eletti nel Movimento 5 stelle, dovrà misurarsi con la realtà di soluzioni possibili, senza con questo dover rinunciare alla propria anima. Può essere persino che il fatto di non poter contare su una maggioranza prestabilita, possa, per chi sarà chiamato ad assumere responsabilità di governo, rappresentare, anziché un limite, una risorsa, e contribuire a modificare radicalmente talune opacità e stili di vita codificati. Ma anche per chi si appresta ad entrare per la prima volta nelle stanze del potere, rappresenterà inevitabilmente il punto di svolta tra la vocazione barricadiera e l’assunzione di responsabilità che il decidere comunque comporta. Personalmente, da quando ha smesso di fare il comico per fare il capo popolo, Grillo non mi è mai piaciuto, e tuttavia non ho faticato a convenire su talune questioni poste dal movimento che attorno a lui si è andato creando. Staremo a vedere quale sarà l’apporto propositivo che gli eletti alla Camera e al Senato sapranno portare e come si evolverà nel tempo questa nuova aggregazione; se saprà proporsi davvero come esperienza innovatrice di fare politica, se saprà e vorrà proporre e sostenere soluzioni non demagogiche ai tanti problemi che vivono le persone, specie le meno tutelate, e se saprà mostrarsi diversa dalla tanto vituperata casta. Di buone intenzioni è lastricata la strada dell’inferno, recitava un vecchio adagio e di leader che hanno fatto la loro fortuna parlando alla pancia della gente ne abbiamo conosciuti non pochi, anche in tempi recenti. La storia ci dirà se questa volta sarà diverso. Sperare che possa accadere qualche cosa di buono non è vietato; crederci in modo fideistico è sempre sconsigliato.