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24 apr 2020
FATELI SEDERE
Scritto da Piergiorgio |
Letto 1447 volte | Pubblicato in Sulla tua parola
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Fateli sedere (Gv 6,1-15)

6.1Dopo questi fatti, Gesù passò all'altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, 2 e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. 3 Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. 4 Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei.

5 Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: "Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?". 6 Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. 7 Gli rispose Filippo: "Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo". 8 Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: 9 "C'è qui un ragazzo che ha cinque pani d'orzo e due pesci; ma che cos'è questo per tanta gente?". 10 Rispose Gesù: "Fateli sedere". C'era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini. 11 Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. 12 E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: "Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto". 13 Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d'orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.

14 Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: "Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!". 15 Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.

Episodio assai noto, questo della condivisione dei pani. La gente segue Gesù perché vede i segni che compie sugli infermi, liberandoli, guarendoli, restituendoli alla loro dignità di persone. È una grande folla quella che lo segue, bisognosa di tutto e che in Gesù trova parole di vita e atti di cura che danno sollievo. Ma Gesù non si limita a questo che pure è già tanto. Si accorge che hanno anche fame e desidera soddisfare pure questo bisogno primario. Come fare a sfamare tanta gente? Ecco che allora interroga Filippo, chiedendogli: dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare? È una domanda all’apparenza scontata, ma che in realtà dovrebbe far scattare in Filippo una riflessione, cosa che vale anche per noi oggi, ma pure noi come Filippo ci troviamo spiazzati e pensiamo immediatamente a dove e come reperire i soldi necessari. Segno che non abbiamo capito molto del messaggio del vangelo. In parte pare rimediare Andrea allo smarrimento di Filippo, dicendo che sì, c’è un ragazzo che ha con sè cinque pani e due pesci, ma è ben poca cosa per la bisogna. Fateli sedere replica Gesù. A partire dalla condivisione di tutto quanto c’è a disposizione ecco che nasce il miracolo dell’abbondanza. Dio non si lascia mai vincere in generosità e colma sempre l’insufficienza eventuale al raggiungimento di ciò di cui c’è bisogno. Condizione previa però è che noi facciamo la nostra parte. Quella è cosa che spetta a noi, e tutto quello che manca lo colma il Signore in modo sovrabbondante. Se noi cristiani fossimo più consapevoli e coerenti in tema di condivisione e lotta contro tutte le ingiustizie, la fame nel mondo, ad esempio, sarebbe stata da tempo debellata. Che la condivisione di ciò che siamo e abbiamo faccia miracoli lo stiamo constatando anche in questi giorni di epidemia attraverso le mille iniziative rivolte alla salute delle persone e al soccorso di quanti in questa situazione sono più penalizzati. Sapremo farne tesoro e praticare tutto questo anche passata l’emergenza?

 

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