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Ultima modifica Martedì 11 Febbraio 2020 06:37
11 feb 2020
OSSERVANTI FORMALI
Scritto da Piergiorgio |
Letto 1598 volte | Pubblicato in Sulla tua parola
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Osservanti formali (Mc 7,1-13)

È relativamente facile leggere il Vangelo e lasciare che ciò che l’evangelista vuole dirci ci scivoli via come acqua sulla pietra ritenendo che quanto narrato riguardi persone del passato anziché noi.

Questo è uno di quei brani che con tutta probabilità, leggendolo, corre il rischio di non lasciare traccia in noi che ci reputiamo essenti dai formalismi ai quali si attenevano i farisei e gli scribi che interrogarono Gesù circa il fatto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure. Non siamo capaci di attualizzare il messaggio che racchiude, ecco perché ci riesce difficile comprenderlo e ancora più interiorizzarlo. Eppure se solo prestiamo un po’ di attenzione alla nostra vita e con umiltà osserviamo a ciò che facciamo non ci sarà difficile trovare che anche noi in fatto di fede e di comportamento tante volte rismaniano alla superficie delle cose, accontentandoci di osservanze del tutto formali, trascurando ciò che è davvero necessario e sostanziale. Si potrebbero fare molti esempi al riguardo, io ne voglio evidenziare soltanto uno tra i tanti. Quando preghiamo, ci prendiamo il tempo necessario perché non si risolva nella recita mnemonica di qualche giaculatoria, di un Pater e Ave Maria, quasi a soddisfare un precetto, un dovere, un obbligo, ma sia al contrario uno spazio di colloquio con Dio, un mettersi in ascolto della sua Parola, lasciandola risuonare in noi? Avendo la pazienza, se necessario, anche di lasciarla risuonare pure quando risponde dentro di noi il silenzio e l’apparente assenza di Dio? Così che non valga anche per noi l’amara considerazione del profeta Isaia: Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me?

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